CORIGLIANO ROSSANO Tutti bocciati agli scritti, senza possibilità alcuna di giungere alla prova orale conclusiva. Si è chiuso così il concorso per dirigente della polizia locale di Corigliano Rossano.
Riepilogando, il 18 maggio 2021 scadono i termini per la presentazione delle domande, giunte in una ventina. Da quel momento in poi parte la caccia ai possibili commissari. Il presidente viene individuato nel professor Giuseppe Amarelli, ordinario di diritto penale alla Federico II di Napoli mentre la commissione viene rimpinguata da Daniela Costantino, direttore amministrativo dell’Asp di Reggio Calabria, da Giuseppa Anna Puleo, comandante della polizia locale di Milazzo (che sostituirà Salvatore Zucco della polizia locale di Reggio Calabria) e da Rossella Rugna, funzionario amministrativo del Comune di Corigliano Rossano. Insorge a quel punto il maggiore Levato, già comandante della polizia locale di Corigliano Rossano nei primi mesi post fusione (il quale ancora oggi porta avanti la sua crociata legale contro il comune dopo essere stato trasferito ad altra mansione). Per il suo ricorso si dimette Zucco per presunte incompatibilità – poiché superiore diretto di un concorrente – nonostante sia poi provata la compatibilità.
Dopo qualche tempo il dimissionario viene sostituito con Giuseppe Anna Puleo e così si da il via alle prove concorsuali, previste per il 26 e 27 luglio scorsi. Una sessione d’esami, per la verità, concentrata poiché prevede la mattina del 26 gli esami, la correzione del primo elaborato nel pomeriggio, il giorno dopo alle 13 l’abbinamento di quegli elaborati ai nomi e quindi la graduatoria con promossi e bocciati, con a seguire alle 15 la seconda prova degli ammessi.
La scrematura è consistente, seppur con tanti interrogativi sui motivi per i quali tra i venti partecipanti si siano presentati alle prove solo in sette. Tra i sette concorrenti passano il primo scritto solo in tre (Luigi Giordano, il già comandante della polizia locale di Corigliano Luigi Greco e Gabriele Grassi) ma è nella mattinata di oggi che si registra la novità dirompente e dopo lo svolgimento del secondo elaborato – nel pomeriggio di ieri – la montagna partorisce il topolino: tutti bocciati.
La questione sta sollevando grande clamore ed alcuni partecipanti si chiedono come sia stato possibile non solo bocciare i due vicecomandanti in servizio (Pietro Pirillo e Giuseppe Calabrò) – uno dei quali spostato ad altro servizio, in forza all’ex Comune di Rossano, ma anche partecipanti che svolgono la funzione di comandanti della polizia locale in altri grandi enti.
Dopo la prima prova collegata ad argomentazioni sull’anticorruzione, pare che alcuni candidati abbiano fatto notare come la funzione di docente di diritto penale del presidente della commissione abbia prevalso nell’elaborato, scendendo un po’ troppo nella commisurazione della pena per i reati di corruzione. Qualcuno ha fatto osservare, sostanzialmente, che non si trattava di selezionare un magistrato ma un semplice comandante della polizia locale.
Last but not least, un ultimo interrogativo – ovvero perché il maggiore Levato, iscritto al concorso, già ricorsista, non si sia presentato e da quanto appreso abbia presentato richiesta, questa mattina, di accesso agli atti – e la questione economica. Il concorso – a questo punto un flop colossale – sarà costato alcune migliaia di euro ai contribuenti tra remunerazione dei tre commissari esterni, soggiorni, trasferte.
In tutto questo le politiche di reclutamento del personale del comune di Corigliano Rossano sembrano uscirne sonoramente bocciate. Coincidenza vuole che anche all’altro “recente” concorso ancora in itinere per la selezione di quattro “semplici” vigili urbani – per il quale il consigliere comunale di opposizione, Gino Promenzio, ha chiesto l’intervento della magistratura – abbia partorito una graduatoria striminzita di ammessi agli orali – appena dieci sugli iniziali 968 partecipanti – il che presupporrà un’ulteriore scrematura fino alla conclusione di una selezione che sta durando tre anni.
Tra questi c’è chi fa notare il “bipolarismo” alla Dr. Jekyll e Mr. Hyde nell’assunzione del personale, sottolineando come il comune di Corigliano Rossano sia rigorosissimo quando bandisce concorsi, utilizzando setacci finissimi come quelli per il concorso dei quattro vigili (969 a 10 e non è ancora finito) mentre poi va a rastrellare a piene mani soggetti per la figura di vigile urbano – e non solo – anche in piccoli comuni. Delle due, quindi, l’una: o il comune non riesce a effettuare concorsi o l’erba del vicino è sempre più verde.
Restano, poi, le ulteriori contraddizioni di un sindaco che preferisce – sempre a proposito di concorsi – utilizzare l’ex art.110, ovvero dirigenti “nominati”, in tutte le occasioni possibili, evitando di dotare il comune di Corigliano Rossano di dirigenti di ruolo. E di esempi in materia ce ne sono a iosa, giacché oggi l’ente guidato politicamente da Flavio Stasi contempla cinque dirigenti nominati pro tempore e un supermanager, arruolato con la postilla “alta professionalità” per non sforare la percentuale di ex art. 110 consentiti dalla legge in rapporto al numero di dirigenti in pianta organica. Restano, ancora, anomalie quali quella del dirigente nominato ma “part-time”, non contemplato dall’ordinamento, oppure la dirigenza dell’avvocatura affidata ad interim al segretario comunale o la polizia locale retta da un laureato in economia e commercio.
Insomma, ça va san dire, questa è la squadra dirigenziale che ha voluto costruire Flavio Stasi, precaria e non organica ad un disegno di programmazione di un comune di 80mila abitanti. Come se Pioli facesse giocare nel suo Milan campione d’Italia giocatori solo in prestito. (l.latella@corrierecal.it)
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