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il ricorso

Impugnata assoluzione per calunnia ai danni del magistrato Alberto Cisterna

Nel mirino due interrogatori resi ai magistrati della Procura di Reggio Calabria nel 2011. «Imputato consapevole della sua attività calunniosa»

Pubblicato il: 29/07/2022 – 15:56
Impugnata assoluzione per calunnia ai danni del magistrato Alberto Cisterna

PERUGIA Impugnata davanti alla Cassazione la sentenza del 1 marzo con cui la Corte d’appello di Perugia ha assolto un imputato, condannato in primo grado dal tribunale, per calunnia ai danni del magistrato Alberto Cisterna. Il ricorso è stato proposto dalla Procura generale del capoluogo umbro che chiede l’annullamento della decisione.

La vicenda

La vicenda – è detto in un comunicato del procuratore generale Sergio Sottani – riguarda due interrogatori resi innanzi a magistrati della Procura della Repubblica di Reggio Calabria il 10 maggio e il 28 giugno 2011 nel corso dei quali l’imputato aveva reso delle affermazioni in cui si ipotizzava che Cisterna, all’epoca in servizio presso la Direzione nazionale antimafia, avesse percepito una grande somma di denaro da un fratello del collaboratore di giustizia per favorire la scarcerazione di altro fratello. La Corte d’appello, dopo aver escluso in modo certo la corruzione del magistrato, ha ritenuto che l’imputato non fosse effettivamente a conoscenza del carattere calunnioso dei fatti di cui era venuto a conoscenza, in ragione delle differenti versioni rese dall’imputato e dal fratello. Al contrario, ad avviso della Procura generale, l’imputato era «perfettamente consapevole» della sua attività calunniosa in quanto le affermazioni riguardanti una, nei fatti, inesistente attività corruttiva del magistrato sono state portate all’attenzione dei magistrati reggini in due interrogatori ed in un memoriale. Secondo l’Ufficio «in definitiva, le accuse, rivelatesi infondate, nei confronti del magistrato provengono da un soggetto che all’epoca dei fatti si era proposto come collaborante e che aveva tutto l’interesse ad accreditarsi come credibile e che per tale scopo ha operato una commistione tra il dato notorio della occasionale conoscenza del di lui fratello con il magistrato Cisterna ed affermazioni del fratello, contenenti le accuse al magistrato, che non hanno trovato riscontro».

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