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«Ius soli, le obiezioni infondate in fatto ed in diritto»

«Quando nel mese di febbraio scorso abbiamo per primi, il consigliere Turco, il consigliere Alimena ed io discusso la possibilità di introdurre il riferimento al principio dello Ius soli nel nostr…

Pubblicato il: 29/07/2022 – 10:41
«Ius soli, le obiezioni infondate in fatto ed in diritto»

«Quando nel mese di febbraio scorso abbiamo per primi, il consigliere Turco, il consigliere Alimena ed io discusso la possibilità di introdurre il riferimento al principio dello Ius soli nel nostro statuto comunale per conferire la cittadinanza onoraria ai minori nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti a Cosenza o che avessero completato un ciclo scolastico a Cosenza e dunque riferirci semplicemente allo ius soli allo scopo di promuovere l’uguaglianza, non pensavamo che addirittura ci si sarebbe trovati di fronte ad un vespaio di queste dimensioni. Che ci sarebbe stata ferma opposizione da parte di alcune forze politiche, con le quali non condividiamo nulla in termini di principi, era scontato.
Ma che si arrivasse a sollevare obiezioni infondate in fatto ed in diritto, utilizzando in modo balzano e grossolano concetti di natura giuridica ed istituti come quello della legittimità formale e sostanziale di un atto, dimostrando così di non avere alcuna dimestichezza in merito, al solo fine di contrastare un atto di natura esclusivamente politica, questo non me l’aspettavo. Eppure è successo. Pertanto mi si consenta una piccola digressione perché il diritto non è solo un sistema di norme che regolano l’organizzazione e la funzione dello Stato ma è un quadro complesso di regole che disciplinano i rapporti tra individui e che va maneggiato con cura. Il diritto non é statico: deve rispondere alle esigenze sociali e ai cambiamenti culturali, stando attenti alle esigenze dei cittadini. Il primo testimone di questi cambiamenti sociali è, dunque, proprio l’ente locale. siamo noi amministratori i primi testimoni di ciò che accade nelle nostre comunità ed abbiamo per questo il dovere di far sì che lo Stato si adegui e attualizzi il quadro normativo in relazione a quelli che sono i mutamenti sociali. Soprattutto quando si parla di cittadinanza.
Pertanto delle due l’una: ritengo che ogni argomento “vestito” da riferimenti giuridici ed utilizzato per screditare la mozione in questione o è frutto di una erronea conoscenza della natura giuridica dell’atto stesso nonché di una profonda ignoranza della natura giuridica dei principi posti a fondamento dello stesso regolamento oppure è una maschera dietro alla quale si nasconde il vero motivo di tanta tensione. A me pare che il vero motivo sia che per alcune forze politiche i bambini stranieri che sono nati a Cosenza da genitori stranieri ma che vivono stabilmente a Cosenza, non hanno gli stessi diritti dei bambini nati da genitori Cosentini a Cosenza.
Mi sembra infatti assurdo che si debba spiegare la differenza fra cittadinanza e cittadinanza onoraria. É chiaro che la cittadinanza onoraria è solo una onorificenza: non c’è una legge che la disciplini e gli unici riferimenti normativi sono l’articolo 114 della costituzione, il tuel e il regolamento comunale, mentre la cittadinanza è disciplinata ovviamente da legge ordinaria. Ciò vuol dire che il Comune può attribuire la cittadinanza onoraria liberamente per riconoscere un merito artistico culturale, sportivo, sociale… c’è stata una città che addirittura ha conferito la cittadinanza onoraria a Polpetta, il
cane di quartiere.
È ovvio, dunque, che pur essendo solo l’inizio di un iter di integrazione ed adeguamento dello statuto seppur simbolico, esso ha un forte significato politico. Da qui la evidente reazione scomposta dell’opposizione che da un lato si è sottratta al dibattito non presentandosi in consiglio e da un lato ha visto il Gruppo fratelli d’Italia presentare delle mozioni (salvo poi abbandonare l’aula al momento del voto) inaccettabili ed incostituzionali sotto tutti i punti di vista.
Basta citarne solo due, francamente imbarazzanti, una secondo cui avrebbero voluto si leggessero, al momento del conferimento della cittadinanza, le seguenti parole: “giuro di servire la Nazione ed il Popolo Italiano”, l’altra secondo cui il Comune dovrebbe adottare delle politiche tra le nuove generazioni di stranieri , affinché vengano abbandonati usi e costumi inconciliabili con i “costumi nazionali”.
Bisogna ricordare che questa amministrazione oltre ad occuparsi delle emergenze e dell’ordinario, nonché dei bisogni dei cittadini, deve tornare ad avere un ruolo di primo piano su temi di carattere nazionale, perché l’uno non esclude l’altro. Anzi. Bisogna alzare il livello della discussione politica ed è compito della nostra città progressista portare avanti questi principi.
Cosenza merita di uscire fuori da questa cloaca. Merita di essere realmente una città protagonista del suo tempo, deve realmente essere una città inclusiva, una città non europea nell’apparenza, bensì internazionale nella forma e nella sostanza a presidio dei diritti civili».

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