ROMA Attraverso tecniche di indagine paleomagnetiche, i ricercatori dell’INGV hanno ricostruito l’originaria posizione della microplacca calabra, un tempo unita a Provenza e Catalogna. Analizzando campioni di rocce provenienti dal massiccio montuoso della Sila in Calabria, le indagini paleomagnetiche hanno permesso di confermare che la «micro regioni fino a 30 milioni di anni fa era attuale della Provenza (Francia) e della Catalogna (Spagna)». È questo il risultato dello studio “First Pre-Miocene Paleomagnetic Data From the Calabrian Block Document a 160 Post-Late Jurassic CCW Rotation as a Consequence of Left-Lateral Shear Along Alpine Tethys” condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e recentemente pubblicato sulla rivista ‘Tectonics’ dell’AGU.
Il cosiddetto “blocco Calabro” è una microplacca, ovvero un blocco crostale che comprende tutta la Calabria a sud del Parco Nazionale del Pollino la cui storia geologica risulta essere indipendente da quella della catena appenninica di cui oggi fa parte.
Le rocce che costituiscono infatti il blocco Calabro, sono molto diverse da quelle adiacenti delle catene Appenninica e Magrebide (situata in Sicilia). Mentre si depositano sul margine del continente per essere deformate ultime a poi costituire l’ossatura delle odierne catene montuose italiane, l’origine delle rocce del blocco Calabro e’ rimasto a lungo dibattuta.
«Il nostro studio ci ha permesso di analizzare con tecniche paleomagnetiche un sottile strato di rocce sedimentarie risalenti a 208-125 milioni di anni fa, vale a dire all’epoca in cui il supercontinente Pangea ha iniziato a smembrarsi», spiega Fabio Speranza, Direttore della Sezione Roma2 dell’INGV e coautore dell’articolo.
I risultati ottenuti hanno evidenziato diversi eventi di rotazione della microplacca calabra compatibili con la storia geologica del margine meridionale del continente europeo, ovvero con la Provenza e la Catalogna.
«Il blocco Calabro mostra di aver subìto una rotazione antioraria estremamente ampia, pari a circa 160 gradi», prosegue Gaia Siravo, assegnista di ricerca dell’INGV e co-autrice dello studio. «Studi precedenti avevano mostrato che la microplacca Sardo-Corsa ha subito circa 90 gradi di rotazione antioraria in un periodo compreso fra 30 e 15 milioni di anni fa, a seguito dell’apertura del mare Ligure-Provenzale (situato fra l’attuale costa provenzale e il blocco Sardo-Corso)».
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