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Il padre di Nicholas Green: «Il killer di mio figlio ha avuto una buona vita»

Il papà del bimbo ucciso nel ’94 sull’A3 per una rapina. «Chi gli ha sparato si è pentito, il complice che guidava l’auto adesso è libero»

Pubblicato il: 31/07/2022 – 8:26
Il padre di Nicholas Green: «Il killer di mio figlio ha avuto una buona vita»

LAMEZIA TERME Rolly Prajapati e Nicholas Green, due storie simili. La piccola uccisa a sei anni durante una sparatoria in India, Nicholas Green, assassinato il 29 settembre del ’94, a otto anni, nel corso di una tentata rapina sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, mentre era in vacanza in Italia con il padre Reginald, la madre Margaret e la sorellina Eleanor. I familiari dei bambini hanno hanno autorizzato l’espianto e la donazione degli organi. Reginald e Margaret Green, con la loro scelta, hanno contribuito a cambiare il corso della storia dei trapianti in Italia. Oggi il Fatto Quotidiano intervista Reginald Green a 28 anni da quella scelta. L’uomo parla del suo stupore per essere diventato un esempio di impegno civico e di quanto quella tragica storica gli abbiamo insegnato che «le persone possono essere generose con perfetti estranei. Dopo aver sentito come la donazione degli organi di Nicholas abbia salvato la vita di 5 persone e preservato dalla cecità altre 2, gli italiani hanno triplicato le donazioni nei successivi dieci anni, salvando migliaia di vite. Nessun altro Paese ha raggiunto questo risultato».

«Agli italiani il compito di decidere se sia stata una punizione sufficiente»

Green torna anche sulla vicenda processuale che ha portato alla condanna dei due killer. «Non abbiamo mai cercato vendetta – dice –, solo l’applicazione della legge. Ma l’uomo che guidava, condannato a venti anni di carcere, ha scontato la pena e ora è libero. Quello che ha sparato il colpo è diventato un collaboratore di giustizia, ha ottenuto gli arresti domiciliari, ha avuto due figli, una vita buona. Lascio agli italiani il compito di decidere se questa è una punizione sufficiente per aver ucciso un bambino innocente». Green dice ancora che ha sempre amato l’Italia. «A uccidere mio figlio sono stati due criminali, non gli italiani: avrebbe potuto succedere ovunque. Tutte le persone che poi abbiamo conosciuto avrebbero fatto di tutto per salvare mio figlio. L’amore che avevo per l’Italia rimane forte».

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