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«Sanità, l’aumento degli stipendi ai manager è un messaggio sbagliato»

Lo Schiavo: «Da Occhiuto argomentazioni slegate dalla realtà. Meglio subordinare i compensi al raggiungimento degli obiettivi»

Pubblicato il: 31/07/2022 – 9:58
«Sanità, l’aumento degli stipendi ai manager è un messaggio sbagliato»

REGGIO CALABRIA «L’aumento del 20 per cento delle indennità per le figure apicali delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, approvato ieri dalla maggioranza in Consiglio regionale, è un provvedimento sbagliato nei tempi e nel messaggio politico che si dà ai cittadini calabresi che quotidianamente sono alle prese con la carenze di una sanità in perenne emergenza, nonché ai tanti professionisti sanitari che ogni giorno sono in prima linea per garantire il diritto alle cure in condizioni oggettivamente proibitive». Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo. «Un provvedimento – aggiunge – che il presidente della Giunta, nel suo intervento di risposta alle mie perplessità espresse in aula, ha giustificato come incentivo per attrarre in Calabria “il meglio del meglio” del management sanitario che oggi, a suo dire, sarebbe scoraggiato da stipendi inferiori rispetto ad altre regioni. Ritengo che tale argomentazione sia del tutto scollegata dalla realtà, oltre che inefficace nel merito. A che serve pagare il 20 per cento in più alle figure apicali, per una spesa che lieviterà ancora di un milione di euro l’anno, se le aziende amministrate continueranno a boccheggiare nelle carenze di cui sono ostaggio? Se infermieri, medici ed operatori sanitari saranno ancora costretti a turni di lavoro estenuanti per le carenze di organico? Se le ambulanze, quando disponibili, continueranno a viaggiare senza medici a bordo? A che servirà avere i migliori manager in circolazione in un quadro in cui molti concorsi continueranno ad andare deserti perché nessun medico vuol venire a lavorare in un contesto così critico?».
«Sarebbe forse il caso – dice ancora Lo Schiavo – di ribaltare la prospettiva, subordinando gli aumenti dei compensi a meccanismi di premialità legati ai risultati raggiunti in termini di efficienza del sistema sanitario, di raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza, di garanzia del diritto costituzionale alla salute dei cittadini calabresi. E questa non è demagogia: è mettere in sintonia la politica con la vita vera delle persone».

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