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Armonie d’Arte Festival, Trittico in prima assoluta per i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini

Nell’ambito della kermesse, nuovo appuntamento a Montauro (Grangia di Sant’Anna) dedicato all’attore, registra e drammaturgo

Pubblicato il: 01/08/2022 – 9:35
Armonie d’Arte Festival, Trittico in prima assoluta per i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini

CATANZARO Nuovo appuntamento per il 2 agosto alle 22 a Montauro, Grangia di Sant’Anna, del cartellone di Armonie d’Arte Festival.
Per 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini sarà presentato il Trittico in prima assoluta.
LE CENERI DI PASOLINI (versi Igor Esposito, voce recitante Peppino Mazzotta, ideazione e regia Francesco Saponaro) Un’installazione visiva e una traccia sonora della durata di 11 minuti ripetuta in maniera ciclica. Una tavola imbandita, per banchetto, e alle una scritta che segnala la distanza che intercorre tra il luogo dell’installazione e il luogo della morte di Pier Paolo Pasolini, Ostia Idroscalo. La mattina del 2 novembre 1975, sul litorale romano, in un campo incolto in via dell’idroscalo, una donna, Maria Teresa Lollobrigida, scopre il cadavere di un uomo. È Ninetto Davoli a riconoscerne il corpo.
PASOLINI VS WARHOL (di Francesco Saponaro, grazie ad Alessandro Del Puppo). Quasi un talk show multimediale. Nel 1975 Pier Paolo Pasolini viene invitato a scrivere un testo critico su Ladies and Gentlemen, una serie di ritratti di travestiti newyorkesi realizzata da Andy Warhol ed esposta tra ottobre e dicembre dello stesso anno in una grande mostra a Ferrara. Quel testo comparve soltanto sei mesi dopo, in una mostra semiclandestina aperta dopo la morte del poeta.
Nel 1975 Pasolini è al tempo stesso attuale e postumo. Accusa Warhol di essere privo di dialettica rivoluzionaria, mentre Warhol agisce già nel campo della cronaca, del vissuto, in una spettacolare messinscena di trasgressioni e successo, arti visive e omosessualità. I due nella realtà non si conobbero mai personalmente, ma questo match intellettuale tra due giganti del XX secolo è al centro di una vicenda intricata e affascinante. Intorno ruotano galleristi e critici d’arte rampanti, denaro, rock, flash e polaroid, sesso e droga, artisti e ragazzi, da una galleria all’altra, da un letto all’altro, tutti stregati dalle stelle evanescenti degli anni settanta. Pasolini e Warhol incarnano visioni opposte e inconciliabili della contemporaneità.
La voce di Pasolini che interroga e contesta l’immaginario visivo di Warhol è la parabola di un umanesimo novecentesco che si imbatte in quel mondo nuovo che il poeta delle Ceneri non volle o non poté capire fino in fondo.
PORNO – TEO – KOLOSSAL (di Pier Paolo Pasolini, voce recitante Anna Bonaiuto, regia Francesco Saponaro) «L’avventura picaresca di Porno-Teo-Kolossal, trattamento cinematografico di Pier Paolo Pasolini scritto per Eduardo De Filippo, è ancora più avvincente se la si legge come la confessione di un insaziabile desiderio di incontro tra arte e vita che attendeva solo di essere trasferito e impressionato su pellicola, se quella tragica morte non ci avesse privato di un’occasione straordinaria. Quello tra Eduardo e Pasolini – spiega il regista Francesco Saponaro – è un incontro fondato sulla lucida complementarità di due sguardi che continuano a raccontare l’Occidente con le sue grandezze e le sue barbare miserie. Leggendo il trattamento mi sono chiesto come restituire, con la semplicità di una voce che serve la parola, la medianica potenza di queste visioni senza incorrere nel fraintendimento di una mimesi rappresentativa. Ho chiesto ad Anna Bonaiuto, straordinaria interprete del nostro miglior teatro, di incarnare la lingua intima che Pasolini usa in questa scrittura complessa, carica di un abbagliante impegno ideologico e di esiti definitivi e testamentari, che migra dal tessuto narrativo di impianto epico-picaresco ai dialoghi più popolari del dialetto napoletano. Nella voce della Bonaiuto c’è l’approccio sincero e dichiarato di un innamoramento materno che ci dà la possibilità di partecipare all’imponente costruzione drammatica di una lunga sequenza di immagini che esplodono in tutta la loro caparbia violenza, appena mitigata dagli sguardi comici e teneri di Eduardo e del suo servo Ninetto, nel quale Pasolini porta a uno dei punti più alti la densità metaforico-lirica del suo linguaggio».

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