FERRARA Il giudice restituisce 37 kg di cannabis light sequestrata dai carabinieri al contadino e archivia la sua posizione segnando, spiega l’avvocato del coltivatore, un punto importante nella giurisprudenza in materia «perché risolve alcuni dubbi sollevati da una giurisprudenza alterna e non del tutto chiariti dalla pronuncia a sezioni unite della Cassazione nel 2019».
Il fatto accade a Tresigallo, in provincia di Ferrara, dove i carabinieri sequestrano all’agricoltore M.F. la grossa quantità di stupefacente.
Come si evince dalla richiesta e dal decreto di archiviazione letti dall’AGI, pm e gip accolgono la testi del suo difensore, Federico Bolognesi, che la cannabis light gli servisse non a scopi di commercializzazione ma per fertilizzare i suoi terreni nell’ambito della pratica agronomica del sovescio.
«La pronuncia della Cassazione a sezioni unite del 2019 – afferma Bolognesi – ha segnato una svolta negativa per i contadini proibendo il commercio della cannabis light. Dagli atti dell’indagine risulta che i carabinieri di Migliarino avrebbero voluto comunque distruggerla ma la magistratura ha deciso di restituirgliela. Le polemiche dei coltivatori sono frequenti ed è tanta l’indignazione di coloro che si vedono sequestrare e distruggere prodotti legittimamente coltivati se si pensa che, girando l’angolo, si possono trovare indisturbati i rivenditori. L’archiviazione potrebbe risultare fondamentale per questi agricoltori considerando che risolve alcuni dubbi posti dalla Cassazione in senso favorevole a chi coltiva».
La vicenda del contadino «dice chiaramente che se un contadino coltiva semi certificati e non mette in commercio la cannabis light è sicuramente esente dal sequestro, qualsiasi quantitativo abbia prodotto».
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