CATANZARO Si alza la temperatura elettorale, anche in Calabria. Sebbene tutti gli analisti sono concordi nel sostenere che solo l’ultima settimana, quella dopo Ferragosto, schiarirà definitivamente l’intero quadro delle candidature, i prossimi giorni saranno decisivi per capire dinamiche e posizionamenti. Al momento, è una gara con diversi ritmi: procede piuttosto spedito il centrodestra, che ha definito il perimetro della coalizione e praticamente deve solo incasellare i candidati nei collegi uninominali (e risolvere qualche grana interna ai singoli partiti), ancora nel pieno del caos il Pd, portato a spasso dai vari centristi che come al solito di agitano nella terra di mezzo ma sempre in ordine sparso, mentre il Movimento 5 Stelle sembra ormai un castello di sabbia in via di sgretolamento. È comunque e dovunque ancora un “puzzle” e sovrana regna la confusione, anche in Calabria, appesa alle decisioni nazionali e all’incastro di tante voci, dall’alternanza di genere al peso delle correnti (questo soprattutto nel Pd) e delle alleanze (anche questo soprattutto nel campo del Pd e del centrosinistra).
Tutto, o quasi tutto, dipende comunque dalla distribuzione dei collegi – 7 complessivi, 5 alla Camera e 2 al Senato – nei due schieramenti principali. Anche nel centrodestra. Domani a Roma i tre partiti principali – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – dovrebbero iniziare a dettagliare lo schema già delineato nell’ultimo vertice di qualche giorno fa. Uno schema di massima darebbe, in Calabria, 3 postazioni a Forza Italia, 2 a Fratelli d’Italia (che però ne avrebbe chiesti 3), uno alla Lega (che però ne vorrebbe 2) e uno all’aggregazione Noi con l’Italia-Coraggio-Lista Sgarbi. Dai e dai, la quadra si troverà e già da metà di questa settimana si partirà, spiegano dai vertici di Forza Italia. Tra gli azzurri, che in Calabria hanno una roccaforte solidissima grazie all’asse Roberto Occhiuto – Giuseppe Mangialavori – Francesco Cannizzaro e soprattutto, in Calabria, non perderanno nemmeno un pezzo nel senso che nessuno seguirà i fuoriusciti, sono considerati “blindati” per la riconferma alle Politiche gli stessi Mangialavori (predestinato capolista nel listone proporzionale del Senato) e Cannizzaro (alla Camera al collegio Reggio Città e Locride). Tra gli uscenti, sono ritenute alte le quotazioni di Fulvia Caligiuri, meno alte quelle di Maria Tripodi, Silvia Vono e Andrea Gentile, bassissime se non nulle quelle di Marco Siclari. Tra le new entry, potrebbero essere in lizza l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, fratello del governatore, e l’ex consigliere regionale Domenico Giannetta, mentre l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo non sarà della partita (almeno finora non lo è). Ogni discorso in casa Forza Italia comunque è subordinato alla distribuzione dei collegi e dunque alla conseguente “contendibilità” della postazione. Cosa che vale un po’ per tutti, in verità, ma soprattutto per chi – come Fi – ha molti uscenti da gestire. Quanto a Fratelli d’Italia, considerata straconfermata l’uscente Wanda Ferro, si dà per sicura anche la ricandidatura, forse nel collegio tirrenico del Cosentino alla Camera, dell’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso (in caso di sua elezione, in Consiglio regionale subentrerebbe Sabrina Mannarino, che è la sorella di Luca Mannarino, ex presidente di Fincalabra, e che però – dicono fonti accreditate – in realtà una volta approdata a Palazzo Campanella seguirebbe Giovanni Toti). Fratelli d’Italia inoltre potrebbe schierare anche il capogruppo alla Regione Peppe Neri e starebbe lavorando per lanciare esponenti della società civile nelle liste: a quanto risulta, entro una settimana i coordinatori provinciali di FdI consegneranno le disponibilità raccolte su input della leader regionale Ferro. Campo minato invece in casa Lega, e infatti il capitano Matteo Salvini mercoledì sarà in Calabria (tappe a Cosenza, Catanzaro e Reggio) sia per lo start della campagna elettorale sia sopratutto per mettere ordine all’interno di un partito attraversato da vere e proprie faide (lo abbiamo raccontato qui). La nomina dell’uscente Domenico Furgiuele quale responsabile della corsa al voto oltre a blindare la ricandidatura del deputato lametino sa tanto di “sberla” di Salvini a tutti coloro che stanno creando tensioni e lacerazioni. In corsa per la Lega ci sarà l’uscente Fausto De Angelis, molto accreditate sono poi l’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi, la capogruppo alla Regione Simona Loizzo e il commissario Sorical Cataldo Calabretta, si racconta poi di un Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, molto ma molto interessato a una candidatura, e infine ci sperano e ci ambiscono in tanti, dal commissario Giacomo Saccomanno all’ex presidente ff Nino Spirlì, al sindaco di Taurianova Roy Biasi. Infine, nei collegi plurinominali di Camera e Senato ci saranno anche le liste di Udc e Noi con l’Italia, che – riferiscono fonti qualificate – potrebbe schierare anche un redivivo Mimmo Tallini, fresco di una clamorosa rivincita alle Comunali di Catanzaro.
Se nel centrodestra il lavoro è già in uno stato avanzato, in casa centrosinistra e Pd invece il dossier Politiche è ancora sostanzialmente fermo alla prima pagina. Il Pd di Enrico Letta non ha ancora chiaro il quadro del perimetro della coalizione della quale sarà il baricentro (sempre se ci sarà la coalizione), anche se con Carlo Calenda di Azione il dialogo è sempre apertissimo. E intanto il Pd ha “inglobato” la sinistra di Mpd del ministro della Sanità Roberto Speranza, che ha già chiesto ai dem 5 postazioni sicure per i suoi: uno di questi potrebbe essere in Calabria l’uscente Nico Stumpo, calabrese, e questo già starebbe creando parecchie fibrillazioni tra i dem. Come se motivi di fibrillazione già non ce ne fossero a bizzeffe. I territori infatti sono già definiti una polveriera, dopo la decisione del segretario regionale dem Nicola Irto di “delegare” ai provinciali. A Reggio campeggerebbero sempre le divisioni tra l’area Irto e quella di Giuseppe Falcomatà, a Cosenza i big sarebbero tutti l’uno contro l’altro armati, caos anche a Catanzaro, inoltre le “spinte” delle correnti romane aggiungono sale a ferite mai rimarginate. Sta già facendo innervosire in tanti la prevedibile ipoteca di Roma sulle candidature: a esempio già si fanno i nomi di due innesti, peraltro originari della Calabria, come il docente della Sapienza Gianluca Passarelli, sponsorizzato dallo stesso Letta, nel collegio tirrenico cosentino della Camera, ed Eugenio Marino, sponsorizzato da Giuseppe Provenzano, nel collegio Crotone-Sibaritide, mentre sulla portavoce nazionale delle Sardine Jasmine Cristallo ci sono indicazioni e indiscrezioni contrastanti anche se resta un nome sempre “papabile”. Sicuro di una candidatura è ritenuto lo stesso Irto, anche se si attende la deroga per i consiglieri regionali, cosa che avverrà all’atto della decisione delle candidature, e ottime chance le avrebbe Carlo Guccione, legatissimo a Andrea Orlando e allo stesso Provenzano. Nel limbo di una sostanziale incertezza vengono dati ancora i due uscenti, con Enza Bruno Bossio ritenuta in ascesa nelle ultime ore perché gradita al territorio di riferimento, mentre Antonio Viscomi registrerebbe minore appeal nel suo. Sulla piazza di Catanzaro sembrerebbe scemare la pista del consigliere regionale Ernesto Alecci mentre spuntano le figure della presidente regionale del partito Giusi Iemma (peraltro fresca di nomina a vicesindaco di Catanzaro e per questo il suo nome sta facendo storcere il naso a tanti) e l’ex consigliere regionale Francesco Pitaro. In casa Pd in realtà la lotta è su più livelli: considerando che nei collegi le speranze di battere gli avversari di centrodestra sono in genere poche, tutti puntano a postazioni di vertice nei listini di Camera e Senato, con conseguente difficoltà a favorire una sintesi già per definizione difficilissima nel Pd. Nei giorni scorsi era veicolato il messaggio per cui dalla Calabria, come da ogni altra parte d’Italia, entro il 2 agosto sarebbero arrivate al Nazareno le disponibilità raccolte sui territori: in realtà la deadline per questa incombenza sarebbe ora il 10 agosto, giorno della direzione nazionale del Pd.
Un po’ la stessa dinamica che si respira nel Movimento 5 Stelle, nel quale al senso di solitudine dopo la fine dell’alleanza con il Pd e al caos si sommano le tensioni romane tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte e un’ormai inarrestabile emorragia di portavoce e militanti: l’ultima in ordine di tempo è quella della parlamentare uscente Federica Dieni, che ha lasciato il M5S e che comunque non sarebbe stata ricandidata essendo alla fine del secondo mandato, così come Paolo Parentela. Inoltre, ora è in ballo anche il criterio della selezione dei candidati, visto che non sono escluse le “parlamentarie”. In più i pentastellati sono consapevoli del fatto che il “boom” del 2018 sarà irripetibile, soprattutto nei collegi (da dove quasi tutti in realtà vorrebbero stare alla larga…) e quindi sarebbe partita la corsa ad accaparrarsi le postazioni di capilista nei listini, le uniche che lasciano spazio a qualche speranza. In campo, comunque, tra gli uscenti dovrebbero esserci i “super-contiani” Massimo Misiti e Riccardo Tucci, e poi Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Elisabetta Barbuto, Alessandro Melicchio e Giuseppe Auddino.
In tutto questo calderone c’è poi il groviglio di sigle che si stanno muovendo al centro e che come una molla si avvicinano e si allontanano dai poli, soprattutto dal Pd: sono in tanti, a muoversi in questa zona cuscinetto nella quale però ognuno sembra giocare una propria autonomia partita, da Matteo Renzi con Italia Viva, a Carlo Calenda con Azione, a Italia al Centro di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello, all’ex leader M5S Luigi Di Maio (e Bruno Tabacci) con Impegno Civico. Comunque, i vari leader avrebbero già mobilitato i loro referenti sul territorio per un’eventuale candidatura al Parlamento: si fanno i nomi della sottosegretaria al Sud Dalila Nesci e del deputato lametino Pino d’Ippolito con Di Maio, dell’uscente senatore Ernesto Magorno, dell’ex deputato dem Bruno Censore e del sindaco ff di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, per Italia Viva, del sindaco ff della città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace e del segretario regionale Fabio Scionti per Azione, dell’ex consigliere regionale Vito Pitaro che sarebbe corteggiato sia dai renziani sia calendiani. Infine, incognite come quella dell’ex sindaco di Napoli e già candidato governatore in Calabria Luigi De Magistris, e uscenti senza punti di riferimento ufficiali come gli ex grillini Nicola Morra, presidente dell’Antimafia, la senatrice no vax Bianca Laura Granato o il deputato Francesco Sapia. (a. c.)
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