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L’evento

La magia dei Kings of convenience anima la Sila – VIDEO E FOTO

Concerto suggestivo del duo indie folk sulle rive del lago Cecita. Così Camigliatello per un giorno si è trasformata in Woodstock

Pubblicato il: 01/08/2022 – 21:08
di Giuliano Carella
La magia dei Kings of convenience anima la Sila – VIDEO E FOTO

CAMIGLIATELLO SILANO Ma chi l’ha detto che una bomba d’acqua estiva possa guastare la festa e che i “King of convenience” non possano trasformare l’attesa e la sfiducia in un evento magico. Ed è stato proprio così ieri pomeriggio in riva al lago Cecita (Camigliatello Silano) dove, il più sconfessato degli acquazzoni estivi, si è materializzato proprio a ridosso dell’orario previsto per l’esibizione del duo norvegese. Erlend Øye ed Eirik Glambæk Bøe (con loro sul palco anche Indian Wells e di Al The Coordinator) hanno invece tenuto la calma e dato vita a uno dei loro concerti più suggestivi e memorabili di sempre nell’ambito del “Be-alternative festival”. Circa 1.200 i tagliandi staccati dall’organizzazione tra botteghino e prevendita on-line.

L’acqua è venuta giù “a secchiate” quando le lancette dell’orologio avevano abbondantemente superato le 15. A quell’ora, i partecipanti al concerto, in parte, stavano consumando il pranzo, molti altri erano già accampati sul prato di fronte al palco in attesa di assistere all’esibizione. E invece “Giove Plùvio” si è manifestato all’improvviso e con tutta la sua veemenza. Tutti a cercare allora un riparo di fortuna, ma in molti casi si è trattato di una speranza vana visto la location montana all’aperto: i pochi gazebo sono stati letteralmente intasati dalla gente, compresi gli stand per la cucina. La pioggia ha così fatto il suo corso per una mezz’ora abbondante, minacciando di farlo ancora nei minuti successivi visti i nuvoloni plumbei stazionanti proprio nella porzione di cielo sovrastante il concerto. Tra gli organizzatori e i partecipanti si era così già fatta largo l’idea che l’evento potesse essere clamorosamente annullato.


Ma come nella più belle delle storie a lieto fine, è arrivata un po’ di tregua del maltempo con qualche di raggio di sole che si è fatto strada tra il cielo coperto e che ha ridato coraggio. Si è visto così sbucare da un furgoncino il più biondo dei due, Erlend Øye. L’istrionico folk-singer si è presentato indossando una giacca blu su camicia a righe pastello e sotto un costume verde acqua abbinato a mocassino chiaro scamosciato. Erlend ha quindi imbracciato una chitarra acustica e si è fatto largo sotto al gazebo del dj dell’evento Fabio Nirta, ancora assiepato di gente al riparo dalla pioggia. Da qui ha l’artista intonato le note – con più sarcasmo che “sprezzante caso” del destino – di “E la chiamano estate” di Bruno Martino.
L’esibizione ha ingenerato sentimenti misti nei pochi “intimi” presenti: dall’ovazione, all’incanto, ma anche qualche sorriso tendente al fine sarcasmo. Pian piano hanno quindi raggiunto Erlend anche alcuni musicisti del gruppo improvvisando uno spettacolino che ha richiamato l’attenzione dei presenti sparsi ormai per il parco. Dopo mezz’ora di pura improvvisazione degli artisti è finalmente arrivato l’ok dell’organizzazione: il palco può essere utilizzato per l’esibizione. Erlend Øye si è così messo alla testa dei partecipanti guadagnando il palco. Dopo pochi istanti ecco arrivare il fedele compagno di viaggio, Eirik Glambæk Bøe, anche lui disponibile e affabile col pubblico, ma più schivo e introverso tra i due.


«Qui sembra Woodstock, ma voi lo sembrate ancora di più», ha esordito Erlende per scaldare il pubblico nuovamente assiepato lungo il prato in discesa, tra teli e accampamenti di fortuna. Intanto alle spalle del duo norvegese si è fatto spazio anche il tramonto, cominciando a riflettere sfumature purpuree tra il cielo e lo specchio d’acqua del lago, mentre le colline verde scure erano lì a fare da scenografia naturale all’esibizione.

Un’oretta di esibizione magica, resa ancor più speciale dalla «quiete dopo la tempesta». Parte iniziale del live caratterizzata dai pezzi più conosciuti dei “Koc” e l’esibizione congiunta con Indian Wells e di Al The Coordinator, la seconda, più intima e suggestiva, relativa al un nuovo incredibile album “Peace or Love”. Quindi il congedo dal pubblico senza bis: «Ciao Calabria, ciao Sila, che posto meraviglioso! Ce l’abbiamo fatta». Fine programma inaspettato: Eirik Glambæk Bøe al banchetto del merchandising ed Erlende Oye tra la gente, dividendosi tra un “4 contro 4” a pallone e un po’ a cantare e suonare pezzi di musica italiana revival con un gruppo improvvisato di fan. Che giornata! (redazione@corrierecal.it)

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