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Saluzzo: «’Ndrangheta pronta a sfruttare i fondi del Pnrr»

L’allarme del Procuratore generale di Torino: «Ormai di mafia si parla solo nelle commemorazioni, è fuori dal dibattito pubblico»

Pubblicato il: 01/08/2022 – 11:07
Saluzzo: «’Ndrangheta pronta a sfruttare i fondi del Pnrr»

TORINO «La ‘ndrangheta ha già puntato ai fondi del Pnrr, ma di mafia non si parla da nessuna parte». È l’allarme lanciato dal procuratore generale della Corte d’Appello di Torino Francesco Saluzzo al TgR Piemonte, secondo cui «le interdittive antimafia sulle imprese sono raddoppiate in un solo anno, da 20 a 40».
«Intanto la ‘ndrangheta consolida basi in ogni provincia piemontese, ha liquidità illimitata, investe e si ramifica». Lo aveva detto lo stesso Saluzzo il 26 maggio scorso, al convegno a Museo Egizio per i 30 anni della Direzione investigativa antimafia. Ma le reazioni non sono state all’altezza dell’allarme, secondo quanto riporta il Tg3 piemontese.«Ormai di mafia si parla solo nelle commemorazioni, è fuori dal dibattito pubblico», ha sottolineato il procuratore, che poi ha specificato i settori in cui si infiltrano maggiormente le organizzazioni criminali.
«Ci sono settori tradizionali in cui opera la ‘ndrangheta: cantieri stradali, edilizia, movimento terra, trasporti legati ai lavori. Questo è uno zoccolo che ha sempre resistito. Ma adesso assistiamo ad una tale parcellizzazione degli interessi che mi hanno sorpreso, come quelli verso servizi di supporto al turismo. Queste organizzazioni hanno delle antenne sul territorio che intercettano le situazioni in difficoltà, le valutano e poi si propongono», dice ancora.
Sul fronte dei processi il procuratore di Torino vede emergere un fenomeno nuovo: «Ho avuto dei casi in cui esponenti di famiglie importanti sono stati condannati per una prima associazione, hanno scontato la pena, sono usciti e sono diventati i domini di una seconda organizzazione, clone della prima, ma nuova nella composizione perché questo consente di occultare meglio la componente umana».
Anche la crisi Covid ha fatto da facilitatore per il lavoro delle organizzazioni criminali che hanno potuto infiltrarsi meglio nel tessuto economico a corto di liquidità, ha detto ancora il procuratore generale che propone un patto tra tutte le forze della società per sconfiggere il fenomeno mafioso.

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