LAMEZIA TERME Riempire le parole di atti concreti, di iniziative che aiutano a colmare il gap tra necessità e servizi offerti alla comunità. Accade quando la sensibilità verso i temi sociali più attuali si trasforma in progetti reali, portati avanti con caparbietà nonostante le difficoltà.
È un po’ la sintesi che meglio descrive il “campo estivo” promosso quest’anno sul litorale di Gizzeria, siamo sulla costa tirrenica del Catanzarese, dai gestori del Lido Mediterraneo e in particolare da Marinella Nirello. Un campo estivo, però, non comune a tutti gli altri perché quest’anno, e per la prima volta, si è riusciti a far integrare alcuni bambini con disabilità insieme a bambini non disabili. L’occasione, dunque, per rivivere momenti di gioia e spensieratezza dopo due anni di Covid-19, ma anche «l’opportunità per i genitori di rivedere i loro bambini in relazione con gli altri bambini in un contesto di libertà, aperto insomma, e di autonomia».
Senza confini, né materiali né mentali, negli spazi aperti che solo una spiaggia e il mare possono offrire e con tanti giochi a disposizione e ad attrezzature ad hoc come le “J.O.B.”, ovvero le carrozzine per disabili, il progetto quest’anno è stato un vero successo. Ad illustrare l’iniziativa è stata ai microfoni del Corriere della Calabria proprio Marinella Nirello, insegnante di sostegno, da anni alla gestione familiare del noto lido, ma soprattutto parte integrante della piccola comunità. «Abbiamo ospitato due gruppi di bambini: per due settimane abbiamo avuto un gruppo di bambini provenienti da Martirano con un’iniziativa promossa dal loro Comune e in collaborazione con alcuni volontari e con i genitori, e un mese abbiamo avuto un gruppo di bambini del territorio e quest’anno è stato importante ed estata un’iniziativa diversa rispetto agli altri anni».
Tra loro – poco più di una ventina – tre erano affetti da disabilità. «Quello che abbiamo osservato in questo mese di attività – spiega – è stato proprio il feedback che abbiamo avuto dei genitori, un miglioramento delle relazioni dei bambini con disabilità. Ad esempio, Pietro, un bambino con problemi relazionali e Salvatore, un bambino autistico con comportamenti oppositivi, all’inizio ci hanno creato delle difficoltà ma ci sono serviti tantissimo e hanno stimolato sia noi come operatori ma anche i bambini stessi, e quindi abbiamo visto in pochissimo tempo questo miglioramento dei rapporti e delle relazioni, ma anche dell’autonomia e abbiamo notato come sia importante la risorsa compagni». Tra le “chiavi” del successo individuati dalla Nirello, anche aver dato ai bambini poche regole. «Sono convinta che è una regola se non viene imposta ma anzi se viene posta dal compagno diventa invece naturale, anche per un bambino che non ha tanta voglia in un determinato momento di fare una determinata cosa».
Quello visto al lido Mediterraneo è, dunque, la realizzazione di quei progetti di inclusione di cui si discute animosamente ma che, spesso, sono difficili da attuare. «Se ancora è necessario parlare di inclusione, dire che questo campo estivo lo è stato. E con questo intendo proprio il fatto di predisporre, al di là di quello che può essere anche il contesto scolastico, un contesto normale di vita quotidiana, in cui i bambini si sono sentiti liberi, autonomi e dove ciascuno ha dato il meglio di sé, esaltando le proprie risorse. Abbiamo fatto di tutto affinché il gruppo fosse un vero gruppo inclusivo». (redazione@corrierecal.it)
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