SERRA D’AIELLO Il Comune di Serra d’Aiello difende l’iniziativa avviata per attivare il processo di fusione con Campora San Giovanni e la nascita della nuova realtà amministrativa di Temesa. Il legale del Comune del Tirreno cosentino, Oreste Morcavallo, ha infatti presentato al Tribunale amministrativo regionale l’atto di costituzione dell’ente per difendere le ragioni del Comune serrese contro il procedimento innescato lo scorso 26 luglio dal Comune di Amantea.
Si tratta, in questo caso, del ricorso che l’amministrazione comunale, retta da Vincenzo Pellegrino, ha presentato contro la delibera del Consiglio regionale n. 82 del 6 giugno scorso relativa all’indizione di un referendum consultivo sulla base della proposta di legge di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano riferita alla “modifica dei confini territoriali dei Comuni di Serra d’Aiello e Amantea della Provincia di Cosenza”.
Un iter che prevede appunto la consultazione referendaria tra i cittadini del Comune di Serra d’Aiello e quella porzione di territorio amanteano ricompresa nella popolosa frazione di Campora San Giovanni. Un provvedimento che contempla sia il distacco della frazione dal capoluogo Amantea sia la nascita di un nuovo comune lungo la costa del Tirreno cosentino: appunto Temesa.
Una nuova realtà che nascerebbe, dopo l’eventuale esito positivo della consultazione referendaria, che prevede la fusione della quota parte del territorio amenteano e dell’intero comune di Serra d’Aiello. Da qui la massima attenzione riposta sia da Amantea che dallo stesso comune limitrofo. Il consiglio comunale serrese, ricordiamo, aveva dato il via libera ad una delibera che recepiva la richiesta di un comitato di cittadini che abitano a Campora – “Comitato ritorno alle origini di Temesa” – che chiedeva l’annessione al comune limitrofo. A seguito di quella delibera comunale si è avviato l’iter conclusosi con il voto favorevole a Palazzo Campanella.
Contro quel provvedimento si è opposto il Comune di Amantea eccependo la lesione di alcuni diritti dei cittadini tra cui quello di aver consentito il voto solo ad una parte dei residenti nella cittadina tirrenica – quelli che vivono nella frazione – e non a tutti, ma anche l’aspetto che l’eventuale distacco e poi la fusione avrebbe ridotto da una parte il numero della popolazione residente ad Amantea al di sotto dei diecimila abitanti e dall’altra avrebbe fatto nascere un comune con un numero esiguo di abitanti.
Tutte ragioni, viceversa, contestate dal Comune di Serra che per questo ha presentato istanza. A supporto delle motivazioni che hanno avviato l’iter referendario anche il Comitato di cittadini che tramite il proprio legale, Giovanni Spataro, si è costituito in giudizio.
Nella prima decade di settembre è prevista l’udienza davanti al Tar della Calabria che dovrà decidere sull’intera vicenda. Un pronunciamento molto atteso anche dalle parti della Cittadella, visto che solo dopo quella decisione con molta probabilità il governatore si determinerà se emettere o meno il decreto con il quale verrà indetto il referendum per decidere il divorzio di Campora da Amantea e la possibile nascita – dopo la fusione con Serra d’Aiello – del comune di Temesa. (r.desanto@corrierecal.it)
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