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Catanzaro, paralisi Consiglio: il vulnus della presidenza è un “rebus” (al momento) irrisolvibile

L’elezione rischia di slittare a dopo Ferragosto. La coalizione di Fiorita prova a forzare i tempi. Prosegue il muro contro muro con i donatiani

Pubblicato il: 03/08/2022 – 12:49
Catanzaro, paralisi Consiglio: il vulnus della presidenza è un “rebus” (al momento) irrisolvibile

CATANZARO Il nodo al momento sembra inestricabile, l’impasse al momento sembra insuperabile, il rebus al momento sembra irrisolvibile. È ormai diventato un vero e proprio “affaire” politico il “vulnus” della presidenza del Consiglio comunale di Catanzaro, una presidenza che ancora non è stata eletta, a distanza di oltre un mese falò ballottaggio che ha consegnato un esito inedito per il capoluogo: l'”anatra zoppa”, con un sindaco, Nicola Fiorita, che non ha la maggioranza dei consiglieri. Il problema è che in realtà l'”anatra zoppa” non è solo quella di Fiorita ma anche quella dell’opposizione che ha sostenuto il competitor Valerio Donato, che ha una maggioranza puramente teorica dei seggi. Morale della favola? Lo stallo assoluto, quello che ha di fatto reso inutile la convocazione dei primi due consigli comunali, puntualmente finiti senza l’elezione del presidente. La verità è che al tirar delle somme i numeri non li ha nessuno: la coalizione di Fiorita – alla quale si è aggiunta l’area di Antonello Talerico – di fatto può contare già su qualche “soccorso” dall’area donatiana ma resta sempre “ballerina”, mentre la coalizione di Donato sta perdendo pezzi ma può sempre imbullonarsi di nuovo. E poi c’è il “muro contro muro”, davanti al quale nessuno fa un passo indietro: la coalizione di Fiorita vuole eleggersi il suo presidente del Consiglio comunale, per ovvie e comprensibili ragioni, e spinge per il nome di Gianmichele Bosco, l’area di Donato non retrocede e spinge per Eugenio Riccio, fedelissimo del presidente del Consiglio regionale e plenipotenziario della Lega Filippo Mancuso. I due nomi, peraltro, sia pure finora mai portati alla prova dell’aula, già si sono un bel po’ indeboliti col secondo Consiglio comunale andato a vuoto. Peraltro, l’area di Donato, sia pure fibrillante, ha ancora la forza per tenere sotto scacco l’aula, al punto che alcune defezioni tra le sue fila – tra ferie e impegni professionali – potrebbero far slittare la convocazione del prossimo Consiglio comunale – quello del fatidico voto utile per la presidenza – a dopo Ferragosto. Prospettiva che la coalizione di Fiorita (e Talerico) vuole scongiurare, per questo i tredici consiglieri comunali dello schieramento del sindaco hanno scritto allo stesso Eugenio Riccio, nella sua qualità di presidente facente funzioni perché consigliere “anziano”, per chiedere la convocazione urgente dell’Assemblea. A darne notizia è Daniela Palaia, eletta nella lista “Mò – Fiorita sindaco”. Nella lettera, i consiglieri comunali fanno riferimento a una analoga richiesta, presentata lo scorso 28 luglio e – scrivono – «rimasta inevasa. Dunque, si dicono «costretti a reiterare la richiesta stessa di convocazione urgente del civico consesso (entro il termine delle 24 o 48 ore) affinché si proceda all’elezione del presidente e del vicepresidente. Tale richiesta – prosegue la lettera – si rende necessaria affinché si possano avviare tutti i lavori conseguenti alle elezioni della predetta carica ed evitare quindi il protrarsi della paralisi amministrativa in cui attualmente versa la massima istituzione comunale, ritenuto che allo stato non sussistono ragioni per cui viene omessa la convocazione, rappresentando i sottoscrittori, invero, la sussistenza di una maggioranza in grado di eleggere il presidente del Consiglio già alla prossima seduta». (c. a.)

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