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Inflazione, guerra e pandemia. Ecco come i giovani ritornano alla terra

Lo studio di Rome Business School. La Calabria tra le regioni dove operano più giovani imprenditori agricoli

Pubblicato il: 03/08/2022 – 7:21
Inflazione, guerra e pandemia. Ecco come i giovani ritornano alla terra

ROMA Nel 2020 sono nate in media ogni giorno in Italia 236 aziende condotte da under 35 per un complessivo di oltre 86 mila aziende. Il settore agricolo, infatti già nel 2020 si collocava nelle prime posizioni per nuove aziende under 35 in un anno (oltre 6 mila). Ad oggi, in Italia sono oltre 55 mila le aziende agricole e forestali guidate dai giovani e rappresentano l’8% del settore ed il 10% del totale delle imprese gestite da giovani. Le regioni che dove operano più giovani imprenditori agricoli sono: Valle d’Aosta (12%); Liguria, Sardegna e Calabria (11%); Basilicata e Campania (10%); Sicilia (9%). In coda alla classifica si trovano Marche, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo (6%), Veneto (5%) ed Emilia-Romagna (4%). Le aziende agricole condotte da under 35 in Italia si collocano nella prima posizione per Produzione Standard generata per ettaro. E’ quanto emerge da uno studio condotto da Rome Business School, pubblicato da Dire. Il report fa luce sulle sfide, obiettivi e soluzioni affrontate dal settore agro-alimentare italiano, analizzando in particolare il ruolo dei giovani nella ripresa del settore, l’impatto del cambiamento climatico su tutta la filiera e le tecnologie necessarie all’adattamento e alla mitigazione delle conseguenze del clima. Se fino agli Novanta la priorità del settore agricolo europeo è stata quella di intensificare la produzione, dal 2022 al centro viene posta invece la transizione verso la produzione sostenibile. Oggi, con lo stop alle forniture di grano dall’Ucraina, l’inflazione e l’aumento dei gas serra, bisogna affidarsi alle nuove tecnologie, al digitale e all’innovazione per pianificare il modo più efficiente tutta la filiera, per poter sfamare la popolazione mondiale, che si avvia agli 8 miliardi di persone.

I giovani e l’agricoltura

I giovani imprenditori agricoli italiani riescono a gestire aziende di dimensione più importante, valorizzandone le produzioni e generando quindi maggiore redditività per ettaro. Roberto Reali, uno degli autori della ricerca, afferma che «questo fenomeno potrebbe essere attribuito alla formazione che i giovani hanno nel campo dell’agricoltura e il management, dimostrandosi a sua volta aperti all’innovazione e all’incorporazione della tecnologia e nuovi processi per migliorare i risultati». Negli ultimi due anni l’agricoltura 4.0 ha continuato il suo percorso di crescita ed evoluzione: dai 540 milioni di euro di fatturato nel primo semestre del 2020 a 1,3 miliardi a fine 2020, fino ad arrivare a 1,6 miliardi nel 2021 (+23%). I numeri raccontano anche di una fortissima crescita rispetto al 2017, quando questo mercato faticava ad arrivare a quota 100 milioni di euro. In parallelo, è cresciuta la superficie coltivata con strumenti 4.0 da parte delle aziende agricole, che nel 2021 ha toccato il 6% del totale, il doppio dell’anno precedente; il 60% degli agricoltori italiani nel 2021 utilizza almeno una soluzione di agricoltura 4.0, +4% rispetto al 2020; e oltre 4 su 10 ne utilizzano almeno due, in particolare software gestionali e sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine. L’agricoltura 4.0 è caratterizzata dall’uso di nuove tecnologie, algoritmi, internet of things, agro bots e droni per ottimizzare il controllo, gestione e monitoraggio della terra. Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e il Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia, la Lombardia è in testa alla classifica per l’adozione di soluzioni agricole improntate all’innovazione (68%). Lo stesso studio evidenzia che metà delle Regioni italiane non ha ridotto le proprie emissioni di gas serra, 14 regioni su 20 hanno aumentato i propri consumi energetici e gran parte delle regioni italiane è molto distante dall’obiettivo al 2030 per l’utilizzo di fonti rinnovabili, ad eccezione di un gruppo ristretto composto da Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Calabria e Molise.

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