SOVERATO Chiede di essere pagata per il suo lavoro, ma viene presa con schiaffi e calci e dal suo datore di lavoro. È accaduto a una ragazza nigeriana in uno stabilimento balneare a Soverato. La vicenda è stata resa nota e rilanciata sui social dal gruppo “Il pagamento? Poi vediamo-Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria”, che ha ripreso il video realizzato dalla donna nel momento dell’aggressione. Diversi i commenti e gli attestati di vicinanza alla giovane anche dal mondo della politica.
«Dalla bellissima Soverato arriva una brutta storia. Il lavoro – che non deve in alcun modo somigliare alla schiavitù – si paga, sempre. E deve essere regolare: il nero o il fuori busta sono contro la legge. Solidarietà a Beauty. Gli inquirenti facciano piena luce su quanto accaduto». Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
«Il fatto specifico di Soverato, della donna nigeriana presa a male parole perché chiedeva il compenso per la prestazione di lavoro, esige che le autorità competenti procedano ai necessari accertamenti ed, eventualmente, alle procedure sanzionatorie. Tuttavia, rimane lo sbigottimento per le intollerabili manifestazioni di intolleranza verso i soggetti più fragili della società, che deve spingere chiunque abbia funzioni di responsabilità politica, economica e sociale, verticale e orizzontale, a vigilare con la massima attenzione, perché i diritti di chi lavora siamo sempre e comunque salvaguardati, in un contesto di pari dignità e civiltà del lavoro». È il commento del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
Si tratta di «un episodio inaccettabile» secondo il Partito Democratico della Città di Catanzaro, che ha condannato l’accaduto esprimendo «massima solidarietà nei confronti della lavoratrice». «Non entriamo nel merito dei fatti – si legge – che saranno le autorità competenti a chiarire, ma nulla può giustificare la violenza». «Questo è solo l’ultimo degli episodi, in chiave locale, di una escalation di violenza e di disprezzo dell’altro, del diverso, ancor di più se straniero. Di qualche giorno fa le terribili immagini dell’uomo di nazionalità Nigeriana ucciso a mani nude a Civitanova Marche, mentre le persone intorno risultavano intente a fare video invece che impegnate a tentare di bloccare l’aggressione. Del pari a Soverato le persone presenti oltre alla lavoratrice e al “datore di lavoro” sono apparse preoccupate che fosse stato avviato un video, piuttosto che intente a fermare quella terribile scena che si stava svolgendo sotto i loro occhi. Ci troviamo di fronte ad una crisi di sistema e di valori endemica, in cui la sfera dei diritti ha ceduto il passo a quella dei favori e dei soprusi, in cui la cultura della centralità della persona e del lavoro risulta recessiva rispetto alla cultura della violenza. Bisogna ripartire dai territori e dalle associazioni di categoria per veicolare non solo buone pratiche di integrazione, ma anche la cultura della legalità nei luoghi di lavoro e nella società».
«Siamo grati alla ragazza nigeriana di 25 anni che ha avuto il coraggio di registrare la brutale aggressione che ha subito sul posto di lavoro soltanto per aver preteso di essere pagata». È quanto affermano in una nota Danilo Romeo e Pierpaolo Pisano, dirigenti di Fratelli d’Italia Catanzaro. «La vicenda avvenuta all’interno di uno stabilimento balneare di Soverato ci lascia attoniti ma al tempo stesso non stupiti poiché purtroppo queste vicende avvengono con molta frequenza nei luoghi di lavoro soprattutto per i lavori stagionali. Grazie al coraggio di questa lavoratrice-affermano Romeo e Pisano- che ha preteso giustamente il pagamento delle ore da lei lavorate, emerge il quadro inquietante dello sfruttamento ad opera di ragazzi e ragazze che puntualmente con l’avvicinarsi del periodo estivo vengono sottopagati e maltrattati anche fisicamente ad opera di pseudo imprenditori senza scrupoli. Possibile che dobbiamo aspettare vicende come queste per far rispettare la dignità e diritti dei lavoratori? Chi dovrebbe vigilare purtroppo chiude gli occhi e si gira dall’altra parte, lasciando l’autorità a questi soggetti di ricattare e minacciare chi non è accondiscendete. Speriamo che sulla scia e il coraggio di questa ragazza molti altri lavoratori e lavoratrici abbiano il coraggio di denunciare e ribellarsi a questo sistema purtroppo molto diffuso in Italia. Infine ringraziamo tutti quegli imprenditori che ogni giorno lavorano onestamente e garantiscono diritti e doveri a migliaia di ragazzi, dando loro la possibilità di lavorare onestamente».
«La violenza ai danni della ragazza nigeriana che rivendicava il proprio compenso da un ristoratore di Soverato è intollerabile, così come non sono accettabili le condizioni di sfruttamento a cui si trovano costretti molti lavoratori stagionali». È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che aggiunge: «Il tema della tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori deve essere un confine invalicabile, anche a garanzia della leale concorrenza e a salvaguardia del sacrificio dei tanti imprenditori onesti che rispettano i contratti e garantiscono i diritti dei propri dipendenti, a partire da quelli basilari alla retribuzione e al riposo. Non entro nel merito degli aspetti della vicenda legati al rapporto di lavoro, che saranno accertati dagli organismi competenti, ma sono sconcertata dalle immagini diffuse sui social che documentano una grave arroganza e una violenza inaccettabile ai danni di una lavoratrice, e che certo non rispecchiano la realtà di una Calabria che ha nel suo dna il senso di accoglienza, la cordialità, il rispetto e la solidarietà».
«La tutela dei diritti dei lavoratori è un requisito imprescindibile per la crescita del turismo nella direzione della professionalità e della qualità dei servizi. Stiamo facendo sforzi enormi, con il contributo quotidiano di tantissimi operatori, per offrire al mondo l’immagine di una Calabria straordinaria, accogliente, divertente, e non possiamo consentire che questo lavoro venga vanificato da atteggiamenti di arroganza e di violenza come quelli che si sono verificati ai danni di una giovane nigeriana che chiedeva semplicemente di essere pagata per il proprio lavoro, a cui va la mia solidarietà». È quanto afferma l’assessore al Turismo della Regione Calabria Fausto Orsomarso, che aggiunge: «Solo lavoratori che non devono elemosinare la propria paga, che possono usufruire del giusto riposo, possono essere lavoratori sorridenti, efficienti, il volto di una Calabria che sa rispettare e prendersi cura dei propri ospiti, che sa offrire esperienze positive, da ricordare e raccontare. Per questo è necessario tutelare il lavoro dei tantissimi operatori turistici onesti, che rispettano i diritti dei lavoratori, e contrastare chi invece tenta di competere non sulla qualità ma attraverso lo sfruttamento del lavoro. Non sono questi ultimi gli imprenditori di cui il turismo calabrese ha bisogno».
«Ha chiesto solo di essere pagata prima di andarsene via da quel lavoro a Soverato dove fin dal principio aveva ricevuto insulti e maltrattamenti. Invece è stata aggredita, picchiata e minacciata dal suo datore di lavoro. La donna, una giovane nigeriana è in Italia da cinque anni insieme a una figlia piccola. Aveva cominciato da poco a lavorare come lavapiatti in uno stabilimento balneare ma è stata sottoposta a un trattamento inumano con turni massacranti e fatta oggetto di insulti e maltrattamenti. Saranno naturalmente le Forze dell’Ordine a stabilire di preciso come sono andate le cose ma non è concepibile che si verifichino da noi fatti di questa efferatezza. Un episodio come questo, accaduto tra l’altro nell’indifferenza generale di chi pur assistendo alla scena non è intervenuto deve far riflettere. Troppo spesso assistiamo a situazioni simili senza che nessuno, pur potendolo fare, assuma l’iniziativa di fermare chi usa la violenza, in modo particolare sulle donne. La nostra terra non può essere diventata questo, noi calabresi ci siamo sempre distinti per non chiudere mai la porta in faccia a nessuno, per la vocazione a prenderci cura degli altri, per la nostra accoglienza, la vita reale non può essersi trasformata in un ring da strada. Dobbiamo recuperare i nostri valori e difendere sempre i diritti di tutti, intervenendo in presenza di soprusi, soprattutto nei confronti di chi è più debole. Voglio esprimere ancora con forza la mia personale vicinanza alla ragazza vittima di questa vile aggressione e spero che i cittadini calabresi si mostrino sempre per quello che sono, brava gente. È importante che la politica faccia la sua parte facendo prevalere ovunque la cultura della legalità soprattutto nei luoghi di lavoro e nella società, utilizzando tutti i mezzi per far passare il concetto dell’integrazione che è la base della cultura di una società moderna». Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale.
«Fipe-Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici Esercizi, esprime piena disapprovazione e unanime condanna della categoria per quanto e’ stato riferito accadere in uno stabilimento balneare di Soverato, in Calabria, dove una giovane lavoratrice di origine nigeriana, che chiedeva informazioni sul pagamento della sua retribuzione, e’ stata insultata, intimidita e maltrattata dal titolare dell’attività stessa. Se le indagini delle Forze dell’ordine confermassero la dinamica dei fatti, proprio Fipe, la più grande rappresentanza del settore, firmataria del contratto collettivo del lavoro più utilizzato dalla ristorazione e dai locali pubblici italiani, si costituirà parte civile nei confronti del gestore. Si tratta certamente di un gesto simbolico di solidarietà verso una donna lesa nella sua dignità personale, ma vuole essere anche un modo per tutelare la reputazione e l’immagine di un’intera categoria, che crede nel valore del lavoro, nell’equa retribuzione dei propri collaboratori e nella valorizzazione delle competenze e delle qualità dei propri dipendenti, come professionisti e come persone». Lo riferisce in una nota la Fipe-Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici Esercizi.
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