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Aggressione lavoratrice a Soverato, l’Usb chiede un incontro al sindaco

Il sindacato si rivolge al primo cittadino: «Necessario dare un’immagine diversa della nostra comunità»

Pubblicato il: 04/08/2022 – 13:49
Aggressione lavoratrice a Soverato, l’Usb chiede un incontro al sindaco

SOVERATO «Riteniamo necessario per la sua veste di rappresentante dei cittadini della  comunità Soveratese incalzarla in merito a quanto accaduto in materia di lavoro alla nostra assistita lavoratrice stagionale Beauty». Inizia così una lettera dell’Usb indirizzata al Sindaco di Soverato Daniele Vacca, dopo l’episodio di violenza che si è consumato in un lido della città ai danni di una giovane nigeriana aggredita dal suo datore di lavoro. «Riteniamo – prosegue la nota del sindacato – che l’interesse pubblico debba prevalere su quello privato e, viste le sue laconiche dichiarazioni pensiamo che ciò costituisca l’impedimento di una sua presa di posizione pubblica sull’accaduto».

«Necessario dare un’immagine diversa della nostra comunità»

«Non è forse interesse pubblico dare un immagine diversa della nostra comunità, diversa da quella oggi proposta dai media, di una comunità accogliente e sensibile ai tanti giovani ( e non ) che vi trovano lavoro in specie nel periodo estivo, inconcepibile un atteggiamento: Nulla dies sine linea», scive l’Usb al primo cittadino, che sui social aveva così commentato l’accaduto: «Prendiamo in maniera decisa le distanze dall’episodio di violenza avvenuto all’interno di uno stabilimento balneare della nostra città. Soverato ha fatto dell’accoglienza da sempre il suo tratto distintivo ed esprimiamo piena solidarietà alla giovane donna vittima dell’aggressione. Rimaniamo in attesa che le forze dell’ordine facciano chiarezza sull’accaduto, convinti che nessun motivo possa giustificare prevaricazioni e violenze nei confronti di alcuno. I nostri servizi di politiche sociali rimangono a disposizione per chiunque abbia necessità di qualsiasi assistenza. Un singolo episodio non può danneggiare l’immagine di una città che in più occasioni è stata protagonista di straordinari gesti di solidarietà che contraddistinguono da sempre le persone che vivono e operano in questo territorio».
«Dobbiamo facilitare il percorso di accoglienza e rispetto dei diritti personali e sindacali, di tutta la comunità e non pensare di non intervenire pensando che il tempo possa sanare quanto accaduto, ci saremmo aspettati – scrive l’Usb – magari un suo intervento di temporanea chiusura sulla struttura incriminata come ulteriore segnale di attenzione della cittadina da lei amministrata. E’ solo grazie alle condotte di ognuno di noi che possiamo pensare di aiutare il nostro Paese, è solo con l’esempio che possiamo seriamente pensare di affinare i servizi che si offrono, compresi i “diritti”».

La richiesta d’incontro

Il sindacato ha chiesto, quindi, a Vacca un incontro al quale dovrà essere presente la ragazza vittima dell’aggressione. «La USB intende il suo ruolo di sindacato dei lavoratori come quello di chi ha il dovere di lavorare e di non fermarsi di fronte a ostacoli e resistenze. Fino a oggi  l’ho abbiamo fatto con campagne di sensibilizzazione sullo sfruttamento dei stagionali  e  contiamo di proseguire  anche interpellando alla commissione delle Pari Opportunità. Spiace averle scritto come legittimo rappresentate della comunità, con responsabilità particolare,  per evidenziare alcune necessità che come USB sentiamo nostre, pur sapendo che il tema di quanto accaduto fosse a Lei noto visto il suo silente  imbarazzante. Egregio sindaco, in attesa di un suo riscontro ribadiamo che la cittadina da lei rappresentata  ha ben presente quali siano i valori e il rispetto per i lavoratori e le persone  di ogni, credo ed etnia. Ciò che è accaduto ci ha colpiti profondamente, ma non fermati. Siamo stati chiamati oggi noi come sindacato e lei come amministratore con responsabilità, a  valorizzarne  potenzialità e per migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini, richiamando i valori più veri in ognuno di noi, affinché la tragedia già avvenuta non inneschi una spirale di violenza, nei luoghi di lavoro».

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