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Scintille tra i dem crotonesi, Barberio: «L’unico scopo è danneggiare l’immagine del Pd e dei suoi tesserati»

Il segretario della federazione crotonese del Partito democratico replica agli attacchi interni

Pubblicato il: 04/08/2022 – 18:14
Scintille tra i dem crotonesi, Barberio: «L’unico scopo è danneggiare l’immagine del Pd e dei suoi tesserati»

CROTONE Il segretario della federazione crotonese del Partito democratico, Leo Barberio, replica agli attacchi interni. Negli ultimi giorni, in particolare, ci sono stati due attacchi provenienti dal “fuoco amico”: quello del gruppo del “30%” sulla vicenda di Isola Capo Rizzuto e quello di Marco Vallone per le indicazioni dei candidati locali alle prossime elezioni parlamentari. «Solitamente – scrive Barberio – preferisco evitare di intervenire su futili polemiche a mezzo stampa (lo farò ora e non risponderò ad ulteriori provocazioni) perché credo possano minare, non solo il lavoro della classe dirigente, ma, soprattutto, mettere a disagio l’intera comunità democratica che ha deciso, con uno sforzo unitario, di ripartire dopo anni di commissariamento. In questo caso, però, ritengo sia il caso di intervenire per fare alcune precisazioni sulla questione». Secondo Barberio con gli attacchi provenienti dal “fuoco amico” «si sta alzando un grande polverone con l’unico scopo di danneggiare l’immagine del Pd e dei suoi tesserati crotonesi. L’obiettivo è screditare l’operato di una federazione che, in pochi mesi, ha riattivato 14 circoli provinciali dopo anni di assenza sui territori per seguire i soliti personalismi di una sparuta minoranza che rappresenta solo ed esclusivamente sé stessa». Continuando l’elenco delle cose fatte nella sua breve gestione, Barberio scrive: «Abbiamo riaperto una discussione dal basso, con i circoli, a cui queste persone non hanno deciso di partecipare. E, intendo precisare, che tale polemica non arriva da tutto quel movimento definito “30%”, con il quale ho interloquito e sempre interloquirò, ma da una sparuta minoranza il cui unico vanto è stato quello di portare il Pd di Crotone al 9% nelle loro ultime performance». Secondo il segretario di federazione non tutta la corrente politica del “30%”  ha condiviso il documento sulla vicenda di Isola Capo Rizzuto, dove il sindaco Maria Grazia Vittemberga è stata messa in discussione da una uscita pubblica del segretario del circolo comunale e dall’intervento in Consiglio del capogruppo del Pd. «In quattro mesi – continua – abbiamo riaperto un partito che poche persone, non il 30%, avevano portato all’irrilevanza introducendo discussioni che hanno riportato il nostro partito ad occuparci delle questioni che riguardo il Sud e la nostra provincia in particolare, senza soffermarci su chi doveva rappresentare quelle istanze perché abbiamo iniziato a fidarci gli uni degli altri». E ancora: «In questo periodo abbiamo dato parola a tutti confrontandoci con modestia e rispetto su tutte le opinioni, ma purtroppo una piccola parte del partito ha preferito non partecipare aspettando il momento più delicato per far vacillare un processo nuovo e progressista con lo scopo di seguire i propri interessi personalistici e di corrente». Le accuse di Barberio sono pesanti perché contesta a chi non lo condivide di non avere partecipato alla vita del partito e di avere esercitato solo attività di critiche demolitorie. «La nuova Federazione di Crotone decide ascoltando i segretari delle sezioni e i sindaci (quelli che intendono discutere e non imporre decisioni); – scrive – non segue le vecchie logiche di privilegio». Non si comprende bene se si riferisce al sindaco di Isola Capo Rizzuto quando scrive «sindaci che intendono discutere e non imporre decisioni».  Continuando a togliersi i sassolini dalle scarpe, sottolinea che «la verità è che oggi le decisioni non si prendono nei bar, in convivi composti da pochi “eletti”, ma nelle nostre sezioni dove c’è un dialogo vero tra tutti quelli che vogliono partecipare decidendo, come in tutti le forze politiche, a maggioranza laddove non si trova l’unanimità». Il metodo utilizzato nei quattro mesi di gestione sarebbe, quindi, stato «quello del confronto» anche «per scegliere una rosa di nomi che meglio rappresentino il nostro territorio».
In questo passaggio risponde agli attacchi pesanti di Vallone. La scelta dei nomi da candidare è stata fatta «in circa 48 ore (questi erano i tempi richiesti) insieme a 6 sindaci, 14 segretari di circolo, 10/13 della segretaria provinciale e tutti i dirigenti più esposti (anche tra quelli che si auto definisco 30%.) oltre che in una riunione del circolo del capoluogo allargata a tutti i dirigenti provinciali residenti in città». Questo il metodo utilizzato per stilare «una lista di nomi, scelti quasi tutti all’unanimità, che sono stati consegnati al segretario regionale Nicola Irto (Mi chiedo come siano state decise le candidature del nostro collegio nel 2018, alle regionali del 2020, e alla sciagurata vicenda delle comunali 2020)». I nomi proposti «sono a Roma nelle mani del segretario Irto e della segreteria nazionale guidata da Enrico Letta, sicuri che saranno scelte persone che vivono il territorio e ne conoscono i problemi che noi stiamo trattando da quattro mesi: statale 106, di aeroporto, di ferrovia ionica, di sanità, di acqua e di rifiuti». Nell’elenco delle questioni da risolvere, Barberio si sofferma su acqua e rifiuti: «Interi centri abitati che soffrono la carenza idrica in piena stagione estiva con i villaggi pieni di clienti che stanno abbandonando le loro camere per ritornare a casa, con un relativo danno d’immagine inestimabile, abbiamo città dove i cumuli dei rifiuti vengono incendiati perché non funziona da mesi il servizio ingombranti e contemporaneamente le tasse sui servizi pubblici continua ad aumentare». Secondo Barberio, «non c’è spazio per personalismi, il Pd sta costruendo una visione del territorio ed ha bisogno di tutti» e il Pd non «è più disposto ad essere comparsa in una sceneggiatura studiata a tavolino per proporre avanzamenti di carriera politica personali di qualcuno». (g. m.)

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