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Un’ondata di violenza, ma la Calabria non ci sta

L’aggressione razzista. È di ieri la notizia lanciata dal Corriere della Calabria (qui), filmata in diretta dalla vittima e postata sui social dall’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria, del…

Pubblicato il: 05/08/2022 – 12:13
di Paola Militano
Un’ondata di violenza, ma la Calabria non ci sta

L’aggressione razzista. È di ieri la notizia lanciata dal Corriere della Calabria (qui), filmata in diretta dalla vittima e postata sui social dall’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria, della vile aggressione perpetuata nei confronti di Beauty Davis, la giovane donna nigeriana che chiedeva, al proprietario di una struttura balneare a Soverato, solo di essere pagata.
Una scena brutale di ordinaria follia già vista a Civitanova Marche, dove un 32enne ha ucciso di botte per strada – davanti ad una folla di cuori inariditi e di coscienze anestetizzate – un ambulante nigeriano, disabile e mendicante.

Una fucina di violenze e razzismi davanti agli occhi diffidenti e indifferenti di chi mal sopporta la presenza di immigrati se non quando fanno comodo e, comunque, incentivata dalle martellanti campagne leghiste sull’immigrazione, rilanciate anche in queste ore dal Capitano, che da titolare del Viminale riprenderà – a suo dire – «a difendere i confini del Paese».
Un clima di intolleranza che desta indignazione ma che deve preoccupare soprattutto le regioni ancora prodighe di altruismo come la nostra, ma sprovvedute nei confronti di chi sbarca sul suolo calabrese.

Il pestaggio del branco a Reggio Calabria. Da Soverato alla città dello Stretto dove l’ex sindaco Giuseppe Falcomatà diffonde sul suo profilo social le immagini di venti ragazzini inferociti che si avventano contro un diciottenne inerme, colpendolo con calci e pugni. (qui). Anche qui scene di violenza tribale, non inedite e riprese da un cellulare, ora al vaglio della Procura della Repubblica e della Procura per i minorenni, guidate da Giovanni Bombardieri e Roberto Di Palma.

Episodi sempre più frequenti, spacciati dai guru della psiche come la diretta conseguenza dei lunghi periodi di chiusura dovuti alla pandemia, ma nell’aggressività (im)prevedibile e nelle condotte criminali degli adolescenti – che viaggiano sulla rete dove si bullizzano compagni, si attaccano i senza fissa dimora e si colpiscono bersagli facili – c’è la mancanza di valori fondamentali completamente ignorati (o quasi) dai giovanissimi, imprigionati nel proprio egocentrismo virtuale, personale e di gruppo.

L’altra violenza. E poi c’è quel fare mafioso, quell’uso sistematico della violenza, quell’avvertimento esplicito dell’auto incendiata sotto casa usato per sottomettere il destinatario del messaggio minatorio com’è accaduto per il neo Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, eletto dopo l’inchiesta “Magnifica” che svela il sistema perverso sulla gestione dei concorsi: «Esiste un tacito accordo per il quale ogni gruppo di professionisti, legati dalla comunanza del settore e dagli interessi di carriera, si prende cura del suo orto e non interferisce negli affari degli altri». 

Ma la risposta dello Stato non si fa attendere e, ieri, arriva la ratifica della nomina (qui) del Rettore che userà – siamo sicuri – come scudo una montagna di libri e, come arma, la più temuta: quella dell’istruzione, della ricerca e della cultura. (paola.militano@corrierecal.it)

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