COSENZA È stato assegnato a Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi e attuale presidente onorario della Fondazione Caponnetto, il premio “Costruttori di legalità”, giunto alla sua quattordicesima edizione. La cerimonia si è tenuta sabato scorso a Bianchi, in provincia di Cosenza. Antoci, che nel maggio del 2016 è scampato a un attentato mafioso, è stato premiato per «il tenace impegno e l’alto senso del dovere nel quotidiano contrasto alla criminalità organizzata in difesa della comunità civile e delle Istituzioni».
Il riconoscimento negli anni scorsi è stato destinato, fra gli altri, anche all’ex procuratore di Trapani Alfredo Morvillo, fratello di Francesca anche lei magistrato e moglie di Giovanni Falcone uccisa nella strage di Capaci.
«Sono onorato di ricevere questo riconoscimento. La Calabria è una terra bellissima e la ‘ndrangheta ruba sogni e speranze. Schieratevi», ha detto Antoci. Per anni i boss hanno intascato fondi europei per l’agricoltura. Un meccanismo interrotto da protocollo che Antoci ha fortemente voluto e che oggi continua ad essere applicato in tutta Italia. Quello strumento, recepito nei tre cardini del muovo Codice antimafia e votato in Parlamento il 27 settembre 2015, ha posto le basi per una normativa che consente a magistratura e forze dell’ordine di porre argine a una vicenda che durava da tanti anni. In questi mesi si sta celebrando il maxiprocesso Nebrodi che nasce dall’operazione del 15 gennaio 2020 con 94 arresti e il sequestro di 151 aziende agricole per mafia. Il 15 luglio scorso sono arrivate le richieste di condanne per 1045 anni di carcere e 30 milioni di euro di confische.
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