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La denuncia

Ambientalisti contro il “Jova Beach” a Roccella: «Devasta per anni la spiaggia»

Lipu, Italia Nostra, Marevivo, StorCal e Rifiuti Zero attaccano la manifestazione: «Si utilizzino aree come stadi ed arene»

Pubblicato il: 09/08/2022 – 13:44
Ambientalisti contro il “Jova Beach” a Roccella: «Devasta per anni la spiaggia»

ROCCELLA IONICA Alcuni associazioni ambientaliste, Lipu, Italia Nostra, Marevivo, StorCal e Rifiuti Zero, hanno sottoscritto una nota in cui esprimono la loro contrarietà al “Jova Beach Party”, il concerto di Jovanotti in programma a Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, il 12 e 13 agosto.
«Il luogo scelto per lo spettacolo – affermano le associazioni – non è un’area protetta, né tanto meno quest’anno sono state rilevate, finora, nidificazioni di Fratino e di Tartaruga marina, le due specie che normalmente si riproducono nell’area scelta per lo spettacolo. Le autorizzazioni sono state concesse ed è quindi tutto legale e regolare. Via alle ruspe, dunque, per lo sbancamento e il livellamento della spiaggia, alla sistemazione del “villaggio, grande pressappoco quanto tre campi di calcio), delle luci e di tutto il necessario. L’area ionica reggina in cui è in programma il concerto è, pero’, è tra le più vocate per ospitare le due specie a rischio di estinzione. Per vivere e riprodursi hanno bisogno della spiaggia, non possono farne a meno, perché è proprio sulla spiaggia che depongono le loro uova e lo fanno da migliaia di anni, prima ancora che Jovanotti si inventasse questa “grande figata”. Tutte le coste italiane, sabbiose o rocciose che siano, sono aree preziose per la biodiversità. D’estate subiscono una forte pressione antropica e i mega eventi in spiaggia, aggravano notevolmente la già precaria conservazione di questi siti, fonte di grave disturbo per la fauna selvatica. Spiagge e litorali rappresentano ambienti fragili e dinamici e sono importanti aree di transizione tra la terraferma e il mare. Movimentare, come nel caso del “Jova Beach Party”, migliaia di metri cubi di sabbia per rendere fruibile la spiaggia a migliaia di persone, oltre a distruggere dune, piante pioniere ed ecosistemi diversi, è pericoloso per la stabilità dell’arenile».
«Gli organizzatori – dicono ancora gli ambientalisti – sostengono che tutto sarà riportato come prima. Ma questa è una menzogna, come del resto è stato dimostrato in altri siti coinvolti da passaggio del “Jova Beach party”. In molti casi il danno sara’ irreversibile. I processi di ripristino hanno tempi naturali molto lunghi. Una spiaggia aggredita contemporaneamente da migliaia di persone che ballano, saltano e compattano la sabbia, preventivamente livellate dalle ruspe, non tornerà come prima se non dopo anni. Non esistono concerti ecosostenibili in spiagge o aree naturali. Anzi, questi sono spesso il frutto di decisioni, anche politiche, che violano gli stessi valori di sostenibilità e tutela ambientale declamati tra le loro finalità. Ed è ancora più strano che vengano concesse autorizzazioni per concerti, visto che ad oggi l’articolo 9 della Costituzione non tutela più solo il paesaggio, ma anche l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, ponendo anche un limite all’iniziativa economica privata, che non puo’ svolgersi in contrasto con la salute e l’ambiente. Ma evidentemente tutto questo non basta».
«Per tali motivi – conclude la nota – chiediamo che siano introdotte al più presto norme che vietino pratiche pericolose e ingiuste, dal momento che esistono luoghi storicamente deputati allo svolgimento di spettacoli come quello di Jovanotti, come stadi e arene».

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