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Crotone a “secco”, Voce: «Occorre rifare la condotta, Regione convochi tavolo tecnico» – VIDEO

Conferenza stampa del sindaco e del presidente del Consorzio di bonifica, Roberto Torchia, dopo l’emergenza che ha messo la città in ginocchio

Pubblicato il: 09/08/2022 – 16:08
di Giuliano Carella
Crotone a “secco”, Voce: «Occorre rifare la condotta, Regione convochi tavolo tecnico» – VIDEO

CROTONE Da una parte, la convenzione tra Regione Calabria e A2a che regola il rilascio della risorsa idrica sul territorio, dall’altra, un’infrastruttura vetusta di cinquant’anni in mano al Corap e che, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti. I problemi che riguardano l’emergenza attraversata dal Crotonese, secondo il sindaco Vincenzo Voce, stanno tutti qui.
Questa mattina il primo cittadino ha convocato una conferenza stampa assieme al presidente del Consorzio di bonifica “Ionio crotonese”, Roberto Torchia, per fare il punto adesso che l’emergenza è rientrata, ma che dal 5 agosto scorso e fino alla serata di ieri ha messo letteralmente in ginocchio la città, tanto da richiedere l’intervento dei volontari della Protezione civile con le autobotti nei quartieri.

«A poche ore dalla gravissima rottura alla condotta – ha riferito Voce – abbiamo messo in piedi il Centro operativo comunale, convocando assieme al Consorzio di bonifica anche Sorical, Congesi, Calabria verde e Protezione civile per mettere in circolo la massima portata d’acqua disponibile. Ringrazio il presidente Torchia perché ha immediatamente autorizzato l’afflusso di 100 litri al secondo dall’invaso di Sant’Anna gestito dal Consorzio. Con questa portata d’acqua abbiamo riempito in alternanza i due serbatoi della città». «Purtroppo – ha aggiunto il sindaco – quando il serbatoio di Vescovatello alto si abbassa di un solo metro, come sta accadendo in queste ore in ragione dei consumi elevati, l’acqua viene meno nelle zone alte e nella periferia di Crotone perché viene meno la pressione necessaria per la distribuzione».  

«Mettere in funzione altri serbatoi»

«Abbiamo un’alternativa – ha spiegato il sindaco – per scongiurare questo problema. Avevamo tentato di ovviare a tutto ciò attraverso i fondi previsti dai Cis (Contratti istitutzionali di sviluppo, ndr) nello scorso mese di dicembre, chiedendo in vano delle risorse per mettere in funzione i serbatoi di località San Giorgio, realizzati ormai 20’anni fa e mai messi in funzione: questi avrebbero una portata di 20mila metricubi d’acqua che, assieme ai 10mila già esistenti con i serbatoi di Vescovatello, sarebbero più che sufficienti a non mettere in ginocchio la città e a garantire la giusta pressione per le zone più scoperte attualmente dal servizio idrico».

«Realizzare la condotta Corap in acciaio»

«Siamo qui – ha aggiunto Voce – a spiegare che il problema è anche strutturale perché basterebbe realizzare nei 18 chilometri di condotta gestita dal Corap una di portata minore e di acciaio». Il costo dell’opera, secondo una stima molto approssimativa, dovrebbe aggirarsi tra i 20 e i 30 milioni di euro per quanto affermato dal presidente Torchia. Risorse queste che, ovviamente, non sono al momento rintracciabili nei bilanci ordinari degli Enti pubblici e che sarebbero rinvenibili attraverso finanziamenti esterni come quelli messi a disposizione dal Pnrr. Occasione, questa, che il Corap si è già fatta sfuggire nel mese di marzo scorso e che potrebbe ancora riacciuffare nel dicembre prossimo, visto che è nelle intenzioni del presidente Roberto Occhiuto riproporre il bando, ma, come sottolineato dal presidente Torchia, con molti più pretendenti all’ottenimento delle risorse.

«Convocare tavolo tecnico per Crotone»

«La domanda che ci stiamo ponendo – ha incalzato Voce – è se qualcuno abbia già messo mano a questo progetto. Per questo motivo, d’accordo con il presidente Torchia, abbiamo deciso di chiedere alla Regione Calabria un tavolo tecnico al riguardo e, oggi stesso, formuleremo la richiesta di convocazione dell’incontro». D’altro canto, Voce ha inoltre aggiunto che «è necessario al contempo operare in autonomia per arrivare fin dove si può arrivare con le proprie forze e, quindi, l’apertura dei serbatori di San Giorgio diventa un obiettivo prioritario». Il sindaco ha dichiarato di avere un’interlocuzione con la Regione Calabria per reperire parte del finanziamento, ma ha detto soprattutto di essere disposto a rivolgersi alla Cassa depositi e prestiti per reperire quel milione di euro che serve ad avviare l’infrastruttura. «Oggi non c’è una condizione alternativa a questa quando si verifica l’emergenza – ha specificato Voce – e nemmeno questi 100 litri al secondo che il consorzio è in grado di offrire possono bastare in quanto rappresentano un terzo del fabbisogno della cittadinanza». «La politica – ha concluso Voce – ha le sue responsabilità, ma non sono tutte assumibili a questo Ente. La condotta gestita del Corap, non solo è vetusta e inefficiente, ma attraversa più Comuni ed è sotto la competenza della Regione che ha il dovere di intervenire».
Nel ringraziare tutti i volontari che hanno prestato servizio nel corso dell’emergenza, il sindaco Voce ha tenuto invece a biasimare lo «sciacallaggio sui social compiuto all’indirizzo dell’amministrazione».

Torchia: «Rivedere convenzione con A2a»

Dal suo il presidente Torchia, ha tenuto a sottolineare come, al di là dell’emergenza odierna, sia in atto da decenni un braccio di ferro tra Regione e A2a, titolare di una concessione sui laghi Arvo e Ampollino «avuta senza mai aver fatto un bando – ha precisato – e che scadrà nel 2029» e su cui «si vocifera il rinnovo per i prossimi 10 anni». «Si tratta – ha detto Torchia – di una capacità di 130 milioni di metricubi di riserva d’acqua che ci dovrebbe tranquillizzare e che invece vengono utilizzati prioritariamente per la produzione di energia idroelettrica». «Occorre rimettere al centro degli accordi molte questioni – ha esortato il presidente del Consorzio di bonifica –, adesso che sono subentrati molti fattori nuovi come il rischio siccità, l’aumento dei costi a seguito della situazione bellica, la crisi dell’agricoltura e altri fattori macroeconomici». «Nonostante la necessità di aumento della portata avanzata per quest’anno dalla Regione – ha rivelato Torchia – A2a non ha concesso ulteriori immissioni di acqua a servizio del territorio. Non dimentichiamo che la convenzione per il rilascio di acqua irrigua, che poi serve ad approvvigionare anche alcuni comuni del Crotonese e le loro abitazioni, è datata al 1969. C’è una determinazione dirigenziale dell’anno scorso – ha aggiunto Torchia – per un addendum della portata, ma a oggi non sappiamo se tale provvedimento è stato eseguito. C’è una trattativa in corso tra A2a e Regione per tutta una serie di gestioni in Calabria e anche la convenzione rientra in questa sfera». «Allo stato attuale – ha avvertito Torchia – il livello del lago è al un milione di metricubi, a fronte dei 12-13 di portata massima. Nei prossimi 10 giorni dovremo chiudere la distribuzione all’agricoltura per riportare a livello l’invaso». «Crotone – ha concluso il presidente – è territorio più bistrattato dalla Regione e dallo Stato. È arrivato il momento di unire le forze e richiedere questi interventi che non possono essere più rinviati».  

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