REGGIO CALABRIA È un documento molto simile a quelli prodotti dalle altre direzioni provinciali del Partito democratico in Calabria quello approvato all’unanimità dai dem reggini su proposta del segretario Antonio Morabito. Sono sei i punti ai quali il partito provinciale si affida nella road map di avvicinamento alla definizione delle candidature, ancora piuttosto complicata. Uno, in particolare, pare trovare d’accordo tutti i democratici della Calabria. Ed è «la richiesta forte ad Enrico Letta e al gruppo dirigente nazionale, di consentire al partito calabrese candidature espressione dei territori e delle diverse sensibilità presenti, risparmiando alla Calabria candidature estranee alla militanza e al nostro partito». Un concetto già ribadito a ogni latitudine – in questo senso analoghi passaggi si sono visti nei documenti approvati a Cosenza e Catanzaro –, concetto che nasconde il timore che candidature “straniere” in realtà siano all’orizzonte (oggi, tanto per confermare il rischio, le agenzie hanno rilanciato l’ipotesi dell’ex segretaria Cgil Susanna Camusso “blindata” in Calabria).
«Non si tratta di una mancata comprensione delle dinamiche politiche nazionali e dello sforzo condivisibile di ampliare il campo – segnalano i dem reggini –, ma della conoscenza della nostra realtà, che nel pieno della fase post congressuale, per raggiungere il massimo risultato elettorale in termini di consensi ha bisogno di coinvolgere soggetti radicati e riconosciuti dal popolo democratico calabrese, anche in considerazione della riduzione del numero di parlamentari e della presenza di candidature del centrodestra legate al governo regionale Occhiuto che si sta rivelando abile nella propaganda e nell’utilizzo spregiudicato degli strumenti di governo». Un attacco al centrodestra per provare a scongiurare intromissioni esterne. Si vedrà, ma il cuore del discorso è tutto qui. Le altre questioni, pure sottolineate nel documento, sono in questa fase secondarie. I dem sottolineano «che non si può tornare indietro rispetto alla celebrazione dei congressi a tutti livelli, partendo dal congresso regionale che ha avviato una profonda rigenerazione del Pd, tanto da avere avuto i primi e non scontati successi delle amministrative». E anche rimarcano «la disponibilità di tutti i dirigenti territoriali del partito, che sempre si sono spesi in maniera coerente e leale per il Pd, nel rispetto del regolamento approvato dalla direzione nazionale circa i requisiti per le candidature al Parlamento». La direzione provinciale, inoltre, «dà mandato al segretario provinciale, di raccogliere delle disponibilità rappresentative dei generi e dei territori, radicate e riconosciute dagli elettori, generosamente pronte ad una battaglia che vinceremo nel segno del sacrificio di tutti e senza pretese personalistiche».
Di più: il Pd della città metropolitana di Reggio Calabria «ritiene imprescindibile una rappresentanza in Parlamento», perché è «la provincia della città più grande della Calabria e anche in considerazione della consistenza elettorale sempre dimostrata nelle diverse tornate elettorali ai vari livelli che ha visto questa città metropolitana con il migliore risultato in Calabria e con uno dei migliori risultati del Mezzogiorno».
E «in accordo con Nicola Irto – continua il documento si è deciso di costituire da subito, gruppi di lavoro per la costruzione di un programma elettorale, scritto in maniera plurale, rappresentativa dei bisogni reali delle persone e delle imprese, nel segno della necessaria impostazione riformista, del cambiamento scevro dai populismi e della propaganda di cui non sentiamo il bisogno e che tanti guasti sta causando alla nostra Regione ed all’Italia». Altra richiesta e questione programmatica: «Nel programma del Partito Democratico va ribadita con forza l’opposizione alla proposta di autonomia differenziata portata avanti dalla Lega che penalizzerebbe le regioni del Sud ed, in particolare, la Calabria».
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