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Scaffidi: «Sanità in Calabria sottofinanziata per mantenere il Bengodi dei viaggi della speranza»

Intervista al commissario del Gom. «Budget assegnato insufficiente, la migrazione ci costa 320 milioni di euro più decine per costi indiretti»

Pubblicato il: 10/08/2022 – 6:56
di Emiliano Morrone
Scaffidi: «Sanità in Calabria sottofinanziata per mantenere il Bengodi dei viaggi della speranza»

REGGIO CALABRIA Gianluigi Scaffidi è da poche settimane il commissario dell’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria, in cui ha lavorato per tanti anni come dirigente medico e cui ha contribuito, per buona parte dell’emergenza Covid, come consulente a titolo gratuito. In questa intervista, con lui abbiamo discusso dei problemi del Grande ospedale metropolitano reggino, delle prestazioni di eccellenza lì erogate, del nuovo coronavirus, del recente aumento degli stipendi ai manager sanitari, dell’insufficienza del finanziamento della sanità calabrese per causa dei criteri vigenti di ripartizione del Fondo sanitario nazionale e di altre questioni strutturali.

Commissario, come ha trovato l’azienda ospedaliera di Reggio Calabria e quali sono state le sue prime iniziative, dopo il recente insediamento?
Ho trovato un’azienda in pieno stato di salute. Aveva, e tutt’ora ha, pienamente risposto alle esigenze assistenziali della pandemia, il che ha comportato un ovvio rallentamento delle altre attività come in tutti gli ospedali d’Italia. Occorreva solo la presenza di un direttore nel pieno della sua funzione e responsabilità che, nel contempo, restituisse ai compiti istituzionali il direttore facente funzione, che è il chirurgo generale.

Quali sono i punti di forza e quali sono le criticità dell’ospedale di Reggio Calabria?
I punti di forza sono costituiti da discipline ad alto impatto assistenziale, che rappresentano centri di eccellenza del territorio nazionale. Alludo al Centro trapianti (un paio di settimana fa è stato eseguito un doppio trapianto di rene da vivente con tecnica robotica), all’Ematologia, al Centro trapianti di midollo osseo, alla Neurochirurgia, alla Chirurgia generale, alla Cardiochirurgia ed Emodinamica, alle Terapie intensive alla Nefrologia et cetera. Il Gom è l’unico ospedale della Calabria ad avvalersi della chirurgia robotica vera, avendo in dotazione la specifica tecnologia. 
Le criticità sono quelle comuni a tutti gli Ospedali della Regione. 
La principale è rappresentata da quella che è impropriamente definita, da tutti gli strumentalizzatori, una peculiarità calabrese, cioè la carenza di personale. Tale carenza è un problema del “sistema Paese” che, negli anni, in particolare nel settore sanità, ha tagliato gli investimenti in tutto il pubblico impiego. Mi si vuole raccontare che, oggi, manca personale solo in Sanità ed in Calabria? E nei Tribunali? E nelle Forze dell’ordine? E nei Vigili del fuoco? E nei Comuni? Quanti anni occorrono per definire un contenzioso civile o penale nei Tribunali?
La seconda criticità è rappresentata dalla carenza di infrastrutture, il che rende difficile il collegamento con gli ospedali. Anche qui si riflettono in negativo le norme nazionali; ad esempio il tempo di intervento tra la chiamata del 118 e l’arrivo dell’ambulanza, aspetti che vengono definiti sulla base delle esigenze delle tre Regioni settentrionali che in sede di Conferenza Stato-Regioni dettano, da sempre, legge e quindi legiferano erga omnes. Per questo il tempo tra chiamata ed arrivo del mezzo di soccorso è fissato in 18 minuti, che riflettono le infrastrutture e l’orografia di quei territori che sono ben diversi da quello della nostra regione. E, purtroppo, anche il numero di ambulanze per popolazione è fissato su questi parametri.
Infine, la vecchia questione del sottofinanziamento del Servizio sanitario regionale, per cui da anni la Calabria si vede assegnare un “budget” inferiore alle esigenze e, per giunta, derivante da criteri di riparto del Fondo sanitario non corretti sotto il profilo epidemiologico ma che, ostinatamente, la Conferenza Stato-Regioni si rifiuta di modificare. Sarà per mantenere il bengodi della migrazione sanitaria che ha costi diretti, oggi, per 320 milioni, cui vanno aggiunti i costi indiretti per almeno altre decine e decine di milioni? E questo in una Regione il cui reddito pro capite non è certamente quello della Lombardia.

Che cosa ne pensa della riforma dell’assistenza territoriale, che anche in Calabria sta avendo corso?
Se portata a termine, può essere l’inizio di una epoca migliore della nostra sanità.

Come vi state preparando, in ospedale, per un’eventuale, nuova ondata Covid nel prossimo autunno?
Premesso che la fine di questa ondata non si è mai vista, in quanto a tutt’oggi abbiamo oltre cinquanta ricoverati, noi siamo pronti al massimo delle possibilità a fronteggiare un’eventuale nuova ondata. Ma attenzione, le possibilità non sono infinite perché il numero di posti letto non può essere infinito. E resta sempre una grave carenza di personale, nonostante i roboanti annunci di potenziamento del Servizio sanitario nazionale proclamati da tutti ad inizio pandemia.

Nel Gom ci sono problemi in merito ai bilanci? In ogni caso, come vi state muovendo per ottimizzare la gestione del conto economico?
No, nessun problema: i bilanci sono in pareggio da anni. Il finanziamento, però, risulta fortemente sottodimensionato rispetto alla produzione ed alle esigenze determinate dal veloce aggiornamento delle tecnologie e dall’incremento dell’età media della vita grazie ai progressi scientifici.

Come procede lo snellimento delle liste d’attesa, in relazione allo stop determinato dall’emergenza Covid?
Su impulso della Regione, che ha finalizzato dei fondi ad hoc, si è stilato un programma al quale il Gom aggiungerà, subito dopo le ferie estive, una serie di prestazioni aggiuntive per gli anestesisti, in modo che le liste, in particolare chirurgiche, possano avere un decremento.

Il recente aumento dei compensi dei manager sanitari ha generato polemiche in ambito politico. Ma ci sono grandi responsabilità per chi ora guida le aziende del Servizio sanitario della Calabria. Qual è la sua opinione nel merito?
La discussione aperta su questo tema è meramente demagogica e sterile. Stavo bene prima, sto bene adesso, starò bene anche se si torna al prima.  

Spesso la sanità calabrese è al centro dell’informazione nazionale. C’è dell’esagerazione nei vari articoli e servizi? Ci sono elementi per un racconto diverso dell’offerta sanitaria e della qualità dell’assistenza?
Purtroppo, sì. Riscontro quasi sempre dissonanza con la realtà ed utilizzo di toni scandalistici a prescindere. Raramente i fatti narrati riportano la realtà. Mi rammarica molto il fatto che si sia persa la regola etica di ascoltare entrambe le parti per accertare i fatti, prima di descrivere un qualunque episodio. 
Ci sarebbero tutti gli elementi per un racconto non “diverso”, bensì aderente alla realtà. Basterebbe trascorrere qualche giornata al Pronto soccorso o – ripeto – informarsi prima di pubblicare fatti ed episodi narrati da terzi. Si eviterebbe, in tal modo, di discreditare agli occhi dei cittadini le strutture di cui gli stessi dovranno fruire ed alle quali si avvicineranno con sfiducia; il che comporta evidenti risvolti negativi, in primis le esecrande aggressioni al personale sanitario. 

Crede che la sanità calabrese difetti nella comunicazione? 
Sì, moltissimo. Per questo apprezzo la campagna di informazione avviata dal presidente Occhiuto, laddove prima si faceva tutto senza comunicare alcunché a nessuno. È importante che la Regione, attraverso il suo vertice, annunci i progetti affinché tutti ci si senta parte attiva nella loro realizzazione ed i cittadini siano a conoscenza del disegno del riassetto di un servizio che li riguarda direttamente.

Quale messaggio vuole dare agli utenti e ai pazienti per migliorare il rapporto con l’ospedale di Reggio Calabria?
Chiedo di mantenere un rapporto civile e costruttivo, che ci aiuti a correggere gli innegabili disservizi esistenti. Chiedo anche di apprezzare il lavoro che compiono tutti gli operatori sanitari, in particolare da due anni a questa parte, a tutela della salute di ciascun cittadino calabrese. (redazione@corrierecal.it)

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