CATANZARO Esce dal carcere Angelo Accorinti. Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha infatti disposto la revoca della misura cautelare della custodia in carcere per il figlio di Ambrogio e nipote di Peppone, ritenuto quest’ultimo boss dell’omonimo clan operante nella zona del monte Poro nel Vibonese. Il 31enne di Zungri è imputato all’interno del processo Rinascita Scott perché accusato di far parte del sodalizio criminale capeggiato appunto dallo zio. È stato così accolto il ricorso presentato dai legali di Accorinti, Giuseppe Bagnato e Daniela Garisto.
Secondo quando riferito dagli stessi legali del 31enne, l’istanza di scarcerazione è stata inoltrata dopo l’escussione dei collaboratori di giustizia. Per i difensori, infatti quella deposizione avrebbe «mutato il quadro probatorio nei confronti dell’Accorinti».
Una prima istanza era stata rigettata dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia, ma i difensori hanno proposto appello dinanzi al Tribunale della Libertà di Catanzaro che con successiva ordinanza ha confermato il provvedimento disposto dal Tribunale vibonese.
Da qui il ricorso dei legali per Cassazione che ha portato al rinvio al Tribunale della Libertà di Catanzaro per un nuovo esame nel merito della posizione del proprio assistito.
Nel corso dell’udienza di ieri i difensori, infine, hanno articolato la loro discussione segnalando si legge nella nota dei legali «l’insussistenza di un grave quadro indiziario che potesse consentire il mantenimento della misura custodiale in carcere nei confronti dell’Accorinti, anche alla luce dei principi di diritto statuiti nella sentenza di rinvio emessa dal Giudice di legittimità».
Una tesi accolta dal Tribunale che ha disposto la revoca della custodia cautelare in carcere, disponendo l’immediata liberazione di Angelo Accorinti che ha lasciata la Casa Circondariale di Lanciano.
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