CORIGLIANO ROSSANO «Non dimenticatevi sempre dei figli di un Dio minore». È un messaggio chiaro quello lanciato da Sinibaldo Iemboli, segretario regionale del Sindacato Medici Italiani, in servizio da una vita come “convenzionato” al servizio Suem 118, alla politica regionale.
Dopo la battaglia vinta nei mesi scorsi sull’aumento della tariffa oraria – con un più 5,10 euro – Iemboli apre altri due fronti del dibattito. Il primo riguarda la proposta di legge regionale depositata dal consigliere Pierluigi Caputo, secondo la quale i medici per la continuità assistenziale – ovvero le ex guardia mediche – in regime di rapporto di lavoro convenzionato con l’Asp da almeno dieci anni, possono essere inquadrati nei ruoli di dirigenti medici, con il passaggio da “convenzionati” a “dipendenti”. Il secondo riguarda l’indennità Covid.
I medici 118, è cosa nota, sono i primi frontman della medicina d’urgenza, quelli che si catapultano sulle emergenze dalle ambulanze – sempre più demedicalizzate, ma questa è un’altra storia seppur strettamente correlata – e sono quelli che per primi hanno affrontato il virus Sars-Cov-2 a mani nude. Sono, però, quelli contrattualmente più bistrattati. Il loro rapporto di lavoro non è dipendente ma, appunto, solo convenzionato, con tutte le ricadute negative del caso. Ed è uno dei motivi per i quali ai giovani medici non sfiora la benché minima idea di approcciarsi a questa angolazione della professione. Ecco perché Sinibaldo Iemboli, pur plaudendo alla proposta di legge di Caputo, chiede maggiori attenzioni verso «i figli di un Dio minore».
«Plaudo all’iniziativa – dice il segretario dello Smi al Corriere della Calabria – di voler trasformare il rapporto di lavoro da convenzionato a dipendente. Tra i convenzionati, ricordo, devono essere contemplati anche i medici del 118 che attendono, contrattualmente, il vincolo diretto da oltre vent’anni».
Una questione, quella sollevata da Sinibaldo Iemboli, che affonda le radici nel tempo e che produce come effetto collaterale la lontananza dal “mestiere” delle giovani leve, nonostante il fascino e la mission, quella vera e propria fede nella medicina d’urgenza.
Il segretario regionale dello Smi ricorda anche come non siano state riconosciute le indennità Covid ai “convenzionati”.
«Come è stato concordato nell’incontro dello scorso 25 luglio con le organizzazioni sindacali, la dirigente del Dipartimento regionale Tutela della salute e servizi socio-sanitari, Iole Fantozzi, ed il sub commissario Ernesto Esposito, hanno ribadito che l’indennità per l’emergenza da Sars-Cov-2 spettano al personale del 118 come da accordo sottoscritto il 6 luglio 2020. Anche noi convenzionati – conclude Iemboli – siamo stati in prima linea e purtroppo siamo stati colpiti da alcuni decessi durante la prima fase della pandemia».
L’indennizzo ammonta complessivamente a 1.250 euro. (l.latella@corrierecal.it)
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