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Tentato omicidio Signoretta, chiuse le indagini a carico di 8 indagati – NOMI

Sono accusati di aver partecipato al gruppo di fuoco che tentò l’agguato mortale verificatosi il 19 maggio 2019 a Ionadi, nel vibonese

Pubblicato il: 12/08/2022 – 9:01
Tentato omicidio Signoretta, chiuse le indagini a carico di 8 indagati – NOMI

VIBO VALENTIA Sarebbero i responsabili del tentato omicidio di Domenic Signoretta ma anche i fiancheggiatori della latitanza di due persone, Antonio e Giuseppe Campisi. Con queste accuse sono state chiuse le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, Direzione Distrettuale Antimafia, e svolte dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, unitamente alla Squadra Mobile di Vibo Valentia.

L’agguato fallito

Al centro della vicenda l’agguato – fallito – ai danni di Dominic Signoretta, in quel momento affacciato sul balcone e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, consumatosi il 19 maggio 2019 a Ionadi, nel Vibonese. Un agguato ideato per agevolare e rafforzare le famiglie di ‘ndrangheta dei Piscopisani e degli Emanuele, avverse alla cosca Mancuso di Limbadi, cui era contiguo Signoretta e quindi un elemento da colpire, a morte. Gli indagati nei confronti dei quali hanno chiuso il cerchio i magistrati della Dda di Catanzaro – il documento è vergato dal procuratore Nicola Gratteri e dal sostituto Annamaria Frustaci – per quanto riguarda il tentato omicidio a Dominic Signoretta sono Antonio Campisi, 31 anni, di Nicotera; Rocco Molè, 27 anni di Polistena, Simone Ficarra, 30 anni, di Gioia Tauro, e Antonio Galatà, 27 anni, di Polistena.
Altre quattro persone avrebbero, invece, aiutato Giuseppe e Antonio Campisi a eludere le indagini e a sottrarsi alle ricerche dell’autorità giudiziaria: Mariantonia Longo, 80 anni, di Ardore e Vincenzo Tallariti, 90 anni di Ardore (per quanto riguarda il favoreggiamento ad Antonio Campisi) e Francesco Agostino, 37 anni di Nicotera e Giuseppe Buccafusca, 54 anni, di Nicotera per quanto riguarda il favoreggiamento per Giuseppe Campisi.

Beccato ad Ardore

Già a novembre 2021, era stato emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Antonio Campisi, considerato uno degli autori materiali del delitto, sottrattosi all’arresto almeno fino al 17 dicembre 2021 quando è stato catturato dagli inquirenti in un’abitazione ad Ardore. Sarebbero almeno due le persone che, secondo gli inquirenti, avrebbero coperto la sua latitanza, oggi destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

La latitanza dello zio

Grazie alle attività tecniche di indagine in corso per le ricerche del latitante, sono emersi ulteriori elementi che hanno insospettito gli investigatori sul possibile aiuto prestato da alcuni parenti per favorire la latitanza dello zio, Giuseppe Campisi, anche lui latitante dal 2019, a seguito dell’operazione “Ossessione”. Il 4 marzo a Roma, è stato catturato anche il secondo latitante, ed a seguito degli accertamenti successivamente esperiti emergeva la responsabilità di altri due soggetti, in quanto sospettati di aver favorito la latitanza, aiutandolo ad eludere le investigazioni.

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