CATANZARO Dal tavolo delle candidature allestito h24 dal centrodestra il bianchetto non sarebbe ancora sparito. Il puzzle romano che la coalizione data per trionfante alle Politiche sta delineando nella Capitale manca ancora di tante caselle in giro per l’Italia, e ovviamente questa situazione al momento rende il quadro generale ancora incerto anche nei territori come la Calabria, anche se uno schema generale di massima – soprattutto per quanto riguarda la distribuzione dei collegi – è già stato delineato. Il nodo resta sempre quello determinato dal taglio del numero dei parlamentari dalla prossima legislatura, aspetto che sta inducendo i partiti a fare di conto al proprio interno e nei confronti con gli alleati per garantire ai vari big e ai relativi colonnelli la garanzia dell’elezione e quindi a valutare bene la composizione dei listini del proporzionale di Camera e Senato: è una dinamica che ovviamente alimentare le tendenze “colonialiste” delle forze principali della coalizione, di Fratelli d’Italia e soprattutto della Lega per quanto riguarda la Calabria. In sintesi, è ancora dappertutto un risiko, la cui conclusione potrebbe arrivare solo in Zona Cesarini.
In Calabria al momento, per quanto riguarda l’attribuzione dei 7 collegi uninominali – 5 alla Camera e due al Senato – lo stato dell’arte ne assegna 3 a Forza Italia, 2 a Fratelli d’Italia e 2 alla Lega. Forza Italia avrebbe già piazzato l’uscente Andrea Gentile al collegio Cosenza Città e Tirreno della Camera e l’altro uscente Francesco Cannizzaro, responsabile Sud del partito, nel collegio Reggio Città-Locride della Camera. Da chiudere ci sarebbe ancora il collegio Vibo-Piana di Gioia Tauro alla Camera, collegio sul quale – riferiscono fonti azzurre – ci sarebbe un’autentica guerra di posizione o – per usare un termine più elegante – una delicatissima partita a scacchi tra il governatore Roberto Occhiuto, “kingmaker ” di questa fase di trattative, e il senatore e coordinatore regionale Giuseppe Mangiavalori, che punterebbero sul capogruppo azzurro alla Regione Giovanni Arruzzolo, da una parte e dall’altra lo stesso Cannizzaro: con l’indicazione e la successiva elezione di Arruzzolo, dato al momento in pole position, si potrebbe riaprire la porta del Consiglio regionale per Domenico Giannetta, che è un nome che a Cannizzaro non garberebbe molto. In casa Forza Italia sarebbe di fatto questo l’ultimo scoglio da superare per poter dire che la quadra è stata raggiunta: nel proporzionale infatti gli azzurri avrebbero blindato Mario Occhiuto alla Camera e lo stesso Mangialavori al Senato, gli occhi quindi sarebbero puntati soprattutto sulla postazione numero 2 per Montecitorio che al momento vedrebbe in lizza le uscenti Maria Tripodi e Fulvia Caligiuri, anche se da Roma rimbalza da giorni l’indiscrezione/suggestione per cui potrebbe essere schierata la compagna di Berlusconi Marta Fascina, che è calabrese. In casa Fi la cosa finora è smentita. Si vedrà. Va comunque sempre ricordato che Forza Italia ha sempre riservato sorprese last minute.
Grandi manovre poi in Fratelli d’Italia, che al momento avrebbe come punti fermi i nomi della parlamentare uscente Wanda Ferro per il collegio uninominale Catanzaro della Camera e dell’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso nell’uninominale Calabria Nord del Senato. Per il resto, si rincorrono le indiscrezioni, a volte anche contrastanti. Una a esempio riferisce che la Ferro potrebbe anche guidare il listino proporzionale della Camera, ma da ambienti di FdI della Capitale si fa presente che la leader Giorgia Meloni potrebbe schierare in Calabria alcuni sui fedelissimi, come Alfredo Antoniozzi e Isabella Rauti, entrambi con sangue calabrese peraltro: Antoniozzi soprattutto è dato in pole position, e – spiegano fonti accreditate – potrebbe guidare la lista della Camera con la Ferro numero 2 in posizione comunque utile. Quanto al resto, il partito avrebbe chiesto la disponibilità alla candidatura dei consiglieri regionali in carica (possibile è ritenuta la discesa in campo di Luciana Di Francesco) e verosimilmente nei listini si poggerà sulle candidature di servizio di dirigenti come Ernesto Rapani, Denis Nesci e Michele De Simone, oltre che del sindaco di Locri Giovanni Calabrese.
Grandi manovre, condite qui però anche da parecchie tensioni, anche in casa Lega. Il Carroccio avrebbe piazzato in due collegi il deputato uscente Domenico Furgiuele – il collegio Corigliano Rossano (con sconfinamento nel Crotonese) – e l’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi – collegio Calabria sud del Senato – ma è il partito che potrebbe più di tutti risentire degli effetti dei “giochi” nazionali. Il leader Matteo Salvini infatti avrebbe più di un suo colonnello a rischio al Nord, e in più non avrebbe particolare voglia di premiare un movimento, quello calabrese, che gli sta dando più dolori che gioie per la sua rissosità interna. Fonti accreditate ritengono sempre assolutamente probabile una candidatura di Salvini capolista in Calabria al Senato, e possibile anche la rinuncia di uno dei due uninominali in Calabria per recuperarlo al Nord. Quanto ai “papabili” calabresi candidati, Furgiuele spera in un posizionamento anche nel proporzionale considerando che il collegio a cui sarebbe destinato è piuttosto scomodo ma non è un’operazione semplice per le dinamiche appena descritte, mentre nelle ultime ore sarebbero di nuovo risalite le quotazioni della capogruppo regionale Simona Loizzo, che potrebbe finire in una postazione “alta” in uno dei due listini.
Ma nel comunque complesso pianeta del centrodestra c’è da considerare anche la quarta “gamba”, quella centrista appena nata sotto il simbolo di “Noi Moderati” suggellato dall’abbraccio tra Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, Italia al Centro di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello, l’Udc di Lorenzo Cesa e Coraggio di Luigi Brugnaro. Questa “gamba” ovviamente solo da poco ha iniziato a camminare e al momento è, comprensibilmente, un’incongruità, ma sul tavolo nazionale avrebbe manifestato un certo interesse a un collegio in Calabria (potrebbe essere quello che la Lega “libererebbe” per guadagnarne uno al Nord). I big nazionali di “Noi Moderati” avrebbero chiesto ai consiglieri regionali di riferimento di candidarsi: a quanto si è appreso, Giuseppe Graziano dell’Udc avrebbe declinato per non inflazionare il suo elettorato con la quarta candidatura in pochissimi anni, mettendo comunque a disposizione del progetto il suo impegno e anche nomi cangiabili nei listini, quanto a Francesco De Nisi di Iac una decisione è attesa nelle prossime ore. Tanti, i nomi gettonati in quest’area centrista: da Pino Galati a Nino Foti a Mimmo Tallini tra i lupiani, Baldo Esposito nell’Udc, Francesco Bevilacqua, Maurizio D’Ettore, Alfonso Dattolo e Massimo Ripepi in IaC. Tra domani e mercoledì “Noi Moderati” potrebbe sciogliere i primi nodi. (c. a.)
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