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L’insolito ferragosto calabrese. Tra città affollate e abitudini mutate

In molti centri della regione, il 15 agosto è scivolato via come se fosse un giorno qualunque. Svago e relax segnati dalla crisi

Pubblicato il: 16/08/2022 – 11:58
L’insolito ferragosto calabrese. Tra città affollate e abitudini mutate

COSENZA L’inflazione, la crisi, i contagi. Sono alcune delle variabili impazzite che hanno segnato l’estate 2022, non solo in Calabria. E anche a ferragosto, la voglia di divertirsi e godersi una giornata lontano dal caldo cittadino si è scontrata inevitabilmente con la necessità di dare un occhio al portafoglio e uno sguardo ai numeri del Covid. Le città non sono rimaste deserte. A Cosenza, ad esempio, le principali piazze sono state affollate da turisti e cittadini. In molti hanno rinunciato alla classica gita fuori porta preferendo cena e pranzo in casa e concedendosi un gelato, un dolce, un caffè. Anche i negozianti hanno accolto – con sorpresa e un pizzico di stupore – centinaia di persone a caccia di saldi e sconti. Insomma, il 15 agosto è scivolato via come se fosse un giorno qualunque.
Ovviamente c’è chi non ha saputo e voluto rinunciare alle tradizionali gite fuori porta: dalla classica giornata trascorsa a mare, alle piacevoli ore al fresco dei monti della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte tra grigliate e chitarre.

La destagionalizzazione

La stagione estiva si avvia a conclusione. Dopo mesi in cui sono stati evidenti i segnali di ripartenza, il settore turistico calabrese tenta di rilanciarsi dopo anni macchiati dai drammatici effetti della pandemia. Oltre alle varianti del virus, i preoccupanti dati dell’inflazione, i disastri provocati dal conflitto in Ucraina e l’aumento dei prezzi delle materie prime sono sufficienti a spiegare il drastico e obbligato cambio di abitudini da parte dei turisti.
In Calabria, la spinta della Regione sulla promozione dei marcatori identitari, la scelta di insistere su una corposa e costante campagna di marketing territoriale ha prodotto i suoi effetti (positivi). Riviste di settore e quotidiani internazionali hanno dedicato ampio spazio alle bellezze calabre, e la presenza di vip e personalità illustri ha certamente contribuito a rilanciare l’immagine di alcuni borghi dimenticati. Gli spettacoli, i concerti e i mega show hanno sicuramente spinto migliaia di turisti a raggiungere (nonostante i soliti limiti legati alla mobilità ed ai trasporti) la regione. E se lo scorso mese di luglio, in Calabria, si sono registrati numeri meno positivi – come sottolineato in una intervista rilasciata al Corriere della Calabria dall’assessore regionale al turismo Fausto Orsomarso – nei mesi di giugno e agosto il trend registrato è decisamente positivo. Di turismo – dice qualcuno – non si vive, ma pare assurdo per una regione come la Calabria non provare a creare le condizioni necessarie ad “allungare” la stagione. Arrivare al 4% del Pil è l’obiettivo dichiarato da Orsomarso, e per raggiungerlo (non subito, sia chiaro) bisogna necessariamente non trascurare le potenzialità offerte dal turismo montano, da quello termale, dal turismo slow e dalle tante attività outdoor che potrebbero rivelarsi idee vincenti per intercettare i viaggiatori ancora poco attratti dalle mete calabresi. Un turismo green e sostenibile porterebbe benefici anche ad albergatori e ristoratori, desiderosi di respirare dopo anni di sofferenze e sacrifici. (f.b.)

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