ROMA «Gentilissimo ministro, avendo appreso che il Getty Museum di Los Angeles si appresta, dopo un lungo contenzioso, a restituire finalmente all’Italia il capolavoro del IV secolo a.C. “Orfeo e le Sirene”, riteniamo sia arrivato il tempo di chiedere al medesimo Getty Museum di fare chiarezza una volta per tutte riguardo alla presenza dei due scudi, di un elmo e di una lancia appartenenti al gruppo scultoreo dei Bronzi di Riace, che, in base a diverse e ricorrenti fonti locali, tutte necessitanti di verifica, sarebbero illegalmente conservati in quella sede». Inizia così l’appello lanciato sulle colonne de Il Manifesto al ministro della Cultura Dario Franceschini da parte di Daniele Castrizio, docente ordinario di Iconografia e Numismatica greca romana presso l’Università degli studi di Messina e componente del Comitato scientifico del Museo Archeologico di Reggio Calabria, e da Tonino Perna, professore emerito dell’Università degli studi di Messina e Presidente del Comitato scientifico Ecolandia Park. «Non Le sfugge certamente – proseguono – l’altissimo valore scientifico legato alla possibilità di poter esaminare gli episemata degli scudi ed eventuali epigrafi sulla calotta dell’elmo, che potrebbero portare elementi conclusivi per l’attribuzione dell’identificazione dei due capolavori. Come Lei ben sa, quest’anno ricorre il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Un’occasione unica per esperire con convinzione e determinazione questa legittima richiesta. Come emerge anche nel docu-romanzo di Dan Faton “Il cammino degli Eroi” (Società ed. Dante Alighieri, Roma, 2018) ci sono molti elementi e testimonianze che ci inducono a rivolgere questa richiesta».
«Se Lei riuscisse in questo intento, quando in varie parti d’Europa e del mondo si torna a parlare dei Bronzi di Riace, darebbe un grande contributo al nostro paese, sul piano culturale e turistico, e in particolare alla città di Reggio Calabria che ne ha davvero bisogno. Con una posizione forte del Ministero – evidenziano – si potrebbe porre fine a una serie infinita di illazioni che hanno inquinato la storia scientifica dei due Bronzi, impedendone una corretta divulgazione. Di più, si darebbe un forte segnale contro la dispersione criminale del patrimonio culturale dell’Italia, per il quale il canale del collezionismo internazionale deve essere sbarrato con forza e presidiato dallo Stato con la massima attenzione».
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