La signora Giusy ha rimarcato che ha paura di uscire a Crotone, perché non è una città sicura. Ha parlato una signora di Firenze, l’unica che avrebbe fornito una testimonianza, e che Crotone è una città omertosa. Non sono assolutamente d’accordo, perché non è vero, Crotone è una città che denuncia e non ha paura.
Io in primis, che ogni giorno denuncio tante situazioni legate alla violenza in genere, sono contro la legalità nonostante l’uccisione di mio figlio, morto fra le mie braccia, e come me tante altre brave persone di Crotone. La mia città.
Quella che non mi ha mai lasciata sola, e che non mi ha mai abbandonata, cosi come ho fatto io, non ho mai lasciato o abbandonato Crotone. Vede signora Giusy, anche quel maledetto pomeriggio ero da sola, mentre ammazzavano il mio Giuseppe.
Era giorno, ma non c’era nessuno.
Mi sono sentita offesa, soprattutto come cittadina, proprio mentre ieri sera, ero alla fiaccolata solo per lei, nonostante mi ricordasse la mia, quella dedicata a Giuseppe. Mi è costato tanto, ma l’ho fatto, spontaneamente, e col cuore. Perché noi crotonesi siamo fatti cosi. Le teste calde, le teste malate, i disagiati, gli ignoranti, sono dappertutto.
Cara signora Giusy, non esiste un nord e un sud in questo tipo di affari.
Esiste la violenza di genere, punto.
Che oggi, mentre lo Stato fa finta di essere sordo, è divenuta purtroppo la nuova piaga sociale. Esiste la preoccupante indifferenza della gente, che registra con i cellulari invece di agire, forse perché non si sente più tutelata da uno Stato garantista, che sembra stare dalla parte di chi non rispetta le regole civili, e lascia calpestare chi subisce un reato. I criminali devono scontare la propria pena, e la brava gente ha tutto il diritto di vivere la propria vita serenamente ed in sicurezza. A Bologna, così come a Crotone. Prego anche per Davide, e spero si riprenda molto presto.
*Presidente Libere Donne Crotone
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