L’annuncio di Gazprom di un nuovo stop per manutenzione del gasdotto Nord Stream, dal 31 agosto al 2 settembre, fa impennare il prezzo del gas, che segna anche oggi un nuovo record in chiusura delle contrattazioni al Ttf di Amsterdam. La motivazione fornita dal colosso del gas russo è la necessità di una manutenzione ad un compressore. Ma sullo sfondo si intravede la ‘guerra dell’energia’ scaturita dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca. Tramite il Nord Stream la Russia rifornisce l’Europa di gas naturale, elemento centrale nella produzione di energia elettrica per molti Paesi continentali. La nuova chiusura, dopo quella legata alla manutenzione di una turbina, fatta riparare in Canada ed ora ferma in Germania in attesa che si sblocchi l’empasse burocratica per poterla far tornare al suo posto, comporterà un’ulteriore interruzione delle forniture di gas in Europa. Attualmente l’impianto già funziona solo al 20% della sua capacità, con Gazprom che nelle scorse settimane aveva avvertito della necessità di riparare gli altri compressori. Dopo l’annuncio del nuovo stop il prezzo del gas al Ttf, il mercato di riferimento per l’Europa, è schizzato fino a 261 euro per MWh, per poi chiudere a 244,5, polverizzando subito il record di fine contrattazioni segnato ieri a 241. Con le previsioni sui contratti per i prossimi mesi con un prezzo superiore ai 260 euro. Un costo difficilmente sostenibile per alcune filiere produttive europee e per le famiglie. Al netto degli aiuti introdotti da diversi governi, con la riduzione del’Iva. (AGI)
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