LAMEZIA TERME «La situazione dell’ospedale Soveria Mannelli è in una situazione di progressivo abbandono e di progressivo degrado». Non usa giri di parole il primo cittadino del centro montano, Michele Chiodo che ai microfoni del Corriere della Calabria ha analizzato il quadro relativo al presidio ospedaliero, da anni al centro delle cronache e di una lunga battaglia sociale e civile, portata avanti su tutti dal Comitato pro-ospedale del Reventino.
Sogni e speranze quasi utopiche se si pensa che la storia recente di questo ospedale è costellata da innumerevoli gridi d’allarme, in larga parte caduti nel vuoto. Tante le criticità e le emergenze per l’ospedale, puntualmente esasperate ad ogni stagione estiva. «Abbiamo chiesto in più occasioni, come amministrazione comunale, un impegno serio e un impegno fattivo per mantenere innanzitutto quello che c’è» spiega ancora Chiodo ma «ci vogliono nuove risorse in termini umani e risorse interne strumentali. Poi ci sono anche questioni di prospettiva di altri servizi che potrebbero essere inseriti nell’ambito di questo che, in questo momento, non è proprio corretto chiamare ospedale».
«Ma essendo in ogni caso qualificato come ospedale di zona disagiata montana – precisa Chiodo – deve avere un reparto di medicina con 20 posti letto ma il reparto c’è sulla carta, di fatto è in condizione di grande difficoltà operativa perché non ci sono medici e personale infermieristico sufficienti per poterlo gestire adeguatamente. C’è in aggiunta ai 20 posti letto di medicina anche una struttura di lungodegenza di cui, peraltro, c’è un grande bisogno per la fase della posta acuzie, ma anche quello è a scartamento ridotto perché non ci sono medici e personale infermieristico a sufficienza». Il primo cittadino di Soveria sottolinea anche gli impegni presi e gli sforzi messi in campo dall’Asp di Catanzaro, «soprattutto in relazione all’implementazione tecnologica. È stato previsto l’acquisto di apparecchi radiocomandati per il servizio di radiologia, e che dovrebbero essere nel giro di pochissimo tempo installati presso l’ospedale che vanno a sostituire apparecchi di oltre 40 anni fa, praticamente quelli iniziali». «E poi c’è anche l’acquisto di un apparecchio TAC, nuovo, che va a sostituire un apparecchio che è stato introdotto nella struttura nel 1994».
Questo, dunque, il fronte strumentale ma le emergenze non finiscono qui. E ad elencarle è ancora il primo cittadino di Soveria. «C’è stato un allagamento recente per il quale le sale operatorie sono diventate inagibili, anche lo stesso servizio di radiologia lo è parzialmente. L’azienda per la verità, con grande tempestività, ha provveduto a reperire le risorse per un intervento di una certa importanza sulla parte di copertura dell’ospedale, ma attendiamo a breve che vengano appaltati i lavori per il resto». Di certo bisogna potenziare i servizi perle fasce più deboli, «della popolazione più fragile – ha detto ancora il sindaco – soprattutto gli anziani e i bambini. Anche su quel fronte è necessario, c’è un reparto attrezzato, ad esempio un day-hospital pediatrico. E poi far funzionare i servizi: un laboratorio analisi che è in condizioni, alle necessarie dotazioni strumentali, anche quello risente di una carenza di personale». «Il servizio di radiologia è completamente scoperto ed è immaginabile che in un presidio in cui c’è un pronto soccorso che non vi siano i servizi di emergenza a supporto adeguati». Ecco questo è poi «sviluppi, riabilitazione cardiologica, centro per i disturbi alimentari vanno bene, ma soprattutto bisogna fare funzionare correttamente quello che è previsto nell’attuale piano della rete ospedaliera calabrese». (redazione@corrierecal.it)
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