REGGIO CALABRIA «La domanda di crescita professionale dei giovani medici calabresi è concreta e quotidiana e spinge molti di loro a dovere emigrare per potere mettere a frutto i propri studi». Il Partito democratico della Calabria, in una nota, interviene sulla convenzione sottoscritta con i medici cubani da parte del commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto.
«I concorsi in Calabria non si fanno – incalzano i dem – oppure hanno criteri selettivi improponibili, il presidente Occhiuto mente quando dichiara che vanno deserti, lo dicono tutti gli operatori sanitari e, soprattutto, ce lo dice una realtà che ogni calabrese conosce benissimo».
«Occhiuto oggi sembra arrampicarsi sugli specchi – stigmatizza la nota – nel tentativo di giustificare un’operazione la quale, man mano che si chiariscono i contorni della vicenda, registra sempre più dure prese di posizioni di medici e delle associazioni di categoria. Sono moltissimi i professionisti calabresi che lavorano fuori regione e fremono per rientrare nelle città dove hanno le loro radici e che adesso vedono svanire questa possibilità per una discutibilissima scelta del governo regionale che, con la campagna elettorale in corso, propone una scelta dal sapore di spot».
«I costi dell’operazione – commentano i dem – sono poi esorbitanti e non giustificati. Ci si aggira intorno ai 4.700 di euro per ciascun medico assunto e per ogni anno di attività prestata, sempre che tutto poi si verifichi esattamente per come è stato prospettato. A questi costi vanno aggiunti quelli indispensabili per la formazione che non ci sarebbero in caso di assunzione di medici italiani e, ancor meglio, calabresi. Una spesa significativa per le casse regionali per mettere una toppa temporanea all’emergenza, per come dice lo stesso Occhiuto, che si ripresenterà puntuale fra tre anni senza interventi strutturali di cui, fin qui, non si intravede neanche l’ombra».
«Un altro punto merita di essere approfondito – prosegue la nota diffusa dal Pd della Calabria – è lo stato di emergenza da Covid che è terminato da tempo e, con esso, tutte le eccezioni normative anche per l’assunzione di personale. Il governatore Occhiuto si è difeso affermando che esiste una proroga fino al prossimo 31 dicembre. Non c’è nessuna chiarezza, inoltre, in ordine all’autorizzazione ministeriale che sarebbe necessaria per un’operazione del genere. Ma la domanda è una sola? Perché andare ad approfittare delle pieghe di una legge, magari rischiando lungaggini legali, invece di mettere a punto un piano di assunzioni confrontandosi con gli operatori del settore e tutte le forze politiche?».
«Serve chiarezza su questa vicenda e anche il coraggio di fare un passo indietro – conclude il Pd calabrese – serve capire quali siano stati i criteri di selezione per questi medici, che tipo di intesa sia stata sottoscritta con il governo cubano e se questa sia stata stilata direttamente o attraverso un’agenzia di somministrazione. E soprattutto serve alla Calabria un altro tipo di politica e di interventi. Si guardi alla situazione in cui versa l’emergenza-urgenza e alle condizioni dei 118. Si parta dai bisogni fondamentali e si metta in sicurezza il diritto alla salute dei cittadini invece di concentrarsi su interventi spot, onerosi per le casse regionali, inidonei a risolvere il problema, mortificanti per le professionalità e le aspettative dei giovani calabresi e di dubbia legittimità».
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