CATANZARO Sette infermieri del Grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria hanno diffidato i vertici aziendali a riconoscere loro l’indennità spettante ai professionisti del comparto sanità che, nello svolgimento del proprio lavoro, vengano esposti al rischio radiologico.
Come i cinque colleghi dell’Azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, gli infermieri reggini si sono rivolti all’avvocato Paolo Pitaro per chiedere il riconoscimento dell’indennità e il congedo ordinario aggiuntivo di cui alla legge numero 460 del 1988.
Nella diffida si legge che «a partire dal mese di giugno 2020 i sette infermieri si sono visti immotivatamente sospendere l’erogazione dell’indennità di rischio radiologico e non possono più fruire dei giorni di congedo ordinario aggiuntivo riconosciutigli dalla legge senza neanche essere stati prima informati di tale sospensione e senza conoscere le motivazioni che hanno indotto la datrice di lavoro ad adottare un simile illegittimo provvedimento».
I sette lavoratori hanno pertanto diffidato il Grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria ad attivarsi immediatamente affinché venga loro riconosciuta l’indennità e hanno contestualmente chiesto all’Ispettorato territoriale del lavoro di Reggio Calabria di svolgere le opportune verifiche e convocare la datrice di lavoro per l’espletamento del tentativo di conciliazione.
Della questione è stato interessato anche il commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, le Roberto Occhiuto, affinché, per quanto di propria competenza, adotti i necessari atti per porre fine alla vicenda e riconoscere ai lavoratori l’indennità di rischio radiologico prescritta dalla legge.
Il commissario straordinario del Gom, Gianluigi Scaffidi, contattato dal Corriere della Calabria, spiega che il management ha avviato una ricognizione degli emolumenti percepiti fino al 2020 per verificare se le cifre siano state percepite a norma di legge. «In caso contrario – dice – potrebbe configurarsi un ipotesi di danno erariale». La verifica passa attraverso un passaggio obbligato: si cercherà, cioè di capire quale soggetto abbia determinato la concessione dell’indennità radiologica, che spetta alla Commissione rischi. «Non risulta dagli atti escussi – puntualizza ancora Scaffidi – che la Commissioni rischi fosse insediata». La battaglia legale, dunque, sembra appena iniziata.
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