Ultimo aggiornamento alle 14:11
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 7 minuti
Cambia colore:
 

guida al voto

Politiche, parte la corsa in Calabria: per tutti i partiti sfida ad alto rischio

Nel centrodestra Forza Italia chiamata a difendere la leadership regionale soprattutto dall’assalto di FdI. I tormenti della Lega. Per il Pd test sul percorso di rigenerazione. M5S teme un flop. L’…

Pubblicato il: 22/08/2022 – 13:07
Politiche, parte la corsa in Calabria: per tutti i partiti sfida ad alto rischio

CATANZARO Parte la corsa al Parlamento, anche in Calabria. Liste e candidati definiti, ora a tutti a capofitto nella campagna elettorale per un voto nel quale tutti, chi più e chi meno, si giocano qualcosa, e qualcuno si gioca e rischia più degli altri. Le Politiche saranno un test anche a livello regionale, perché tutte le forze, al di là dei “catapultati” e dei “paracadutati” più o meno illustri, hanno schierato i loro big del territorio (in lizza ci sono 5 segretari di partito), assegnando a questa tornata un particolare significato. E non mancheranno nemmeno le prove muscolari all’interno delle coalizioni, soprattutto nel centrodestra.

Forza Italia

Forza Italia ha messo in campo tutto lo stato maggiore e anche di più, al fondo di trattative che- riferiscono fonti qualificate – avrebbero registrato qualche fibrillazione interna tra i leader territoriali. Si conferma comunque il “peso” di un gruppo dirigente, che ruota attorno a big come il governatore Roberto Occhiuto, il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e il responsabile Sud del partito Francesco Cannizzaro, e che, al netto di qualche incrinatura fisiologica in questa fase comunque convulsa, si conferma granitico, tanto è vero che la Calabria è una delle pochissime regioni nelle quali i berlusconiani non calano candidati esterni. Un altro dato da segnalare è comunque l’impegno diretto e in prima linea al quale è chiamato Roberto Occhiuto, già “kingmaker” al tavolo delle trattative. È Occhiuto il primo “osservato speciale” di queste Politiche, che per Forza Italia poi saranno un probante banco di prova: gli azzurri infatti devono “difendere” il ruolo di partito guida del centrodestra in Calabria (alle Politiche 2018 presero oltre il 20%, alle Regionali di ottobre il 25% conteggiando anche Forza Azzurri). Difficile oggettivamente ripetere questi numeri, per questo per i berlusconiani la lotta contro gli alleati sarà estremamente serrata, e coinvolgerà inevitabilmente anche gli assetti alla Cittadella e a Palazzo Campanella.

Fratelli d’Italia

Soprattutto la lotta contro Fratelli d’Italia, che gli analisti danno in crescita esponenziale dappertutto, anche in Calabria. I meloniani hanno ricandidato in Calabria i loro “top player” sul territorio, la parlamentare uscente e coordinatrice regionale Wanda Ferro e l’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso. Hanno limitato al massimo l’impatto dei “paracadutati” (Alfredo Antoniozzi, peraltro calabrese di origine, è dietro la Ferro alla Camera) e hanno scommesso premiandoli sui dirigenti storici del territorio come Ernesto Rapani, candidato all’uninominale del Senato Nord. In Calabria FdI parte da numeri – come il 4,55% delle Politiche del 2018 e dell’8,7% delle Regionali – che francamente, stando alle previsioni, dovrebbero essere ampiamente superati e migliorati, ma si tratterà di vedere quanto e a scapito di chi, anche in proiezione regionale (potrebbe essere un dato significativo se sarà a scapito di Forza Italia, visto che FdI alle Regionali già ha sopravanzato la Lega). Nel complesso comunque Fratelli d’Italia, all’interno del centrodestra, ha più da guadagnare che da perdere, anche se comunque rischia di perdere qualcosina per il semplice motivo di essere il partito “favorito”.

Lega

Certo, la sensazione è che il vento per i meloniani soffi più forte rispetto a quello che soffia sulle spalle della Lega, le cui candidature danno – secondo molti osservatori politici – il senso della lotta interna che agita il Carroccio in Calabria. Anche la Lega ha candidato molti suoi “pretoriani” sul territorio, ma la corsa del parlamentare uscente Domenico Furgiuele in un collegio territorialmente “scomodo” alla Camera, l’altrettanto “scomodo” numero 2 del commissario regionale Saccomano nel listino della Camera, l’esclusione del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, e soprattutto la ricandidatura del leader Matteo Salvini alla guida del listino del Senato come nel 2018 sanno molto di “punizione” da parte di Salvini nei confronti dei litigiosi leghisti calabri: lo conferma il fatto che invece due “fedelissime” del Capitano, la capogruppo a Palazzo Campanella Simona Loizzo e l’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi hanno ottenuto due candidature blindate, almeno sulla carta. In sintesi, le Politiche saranno uno stress test per i vertici della Lega in Calabria, oggi a fortissimo rischio. C’è poi curiosità per il risultato che avrà “Noi Moderati”, l’aggregazione che ha riunito i centristi del centrodestra, da Italia al Centro di Toti all’Udc per arrivare a Noi con l’Italia: messi insieme, alle Regionali di ottobre hanno toccato il 13%, range sicuramente non raggiungibile ma un buon risultato alle Politiche potrebbe consentire ai moderati di reclamare più spazio nella coalizione, anche dalle parti della Regione. Il non aver puntato però su candidati giovani – in lizza ci sono veterani come Nino Foti e Francesco Bevilacqua – potrebbe rivelarsi un limite per i centristi del centrodestra.

Pd e centrosinistra

Ma le Politiche non saranno indifferenti nemmeno dalle parti del centrosinsitra, e segnatamente del Pd. I democrat nel 2018 hanno riportato poco più del 14% alla Camera, alle Regionali del 2021 hanno raggiunto il 13%, numeri inferiori aalla media nazionale, ma in alcune Comunali – Cosenza e Catanzaro – il Pd è entrato nel filone vincente. Il voto per il Parlamento però sarà la prima verifica del percorso di rigenerazione dopo tanti anni di commissariamento: il segretario regionale Nicola Irto è candidato “blindato” al Senato ma in questa tornata mette in gioco anche la sua leadership. E anche per lui sarà prova senza appello: nella pancia del partito c’è grande malumore per la gestione delle candidature, apparsa sempre più centralistica e caratterizzata da esclusioni – come quella dell’uscente Antonio Viscomi e del dirigente nazionale Carlo Guccione (in lista alla Camera ma in una postazione inutile) – e da scelte che parlano di un rinnovamento minimo, o comunque parziale, e comunque condizionate dal correntismo (che è anche locale…) che a parole tutti dicono di voler eliminare ma poi nessuno concretamente elimina. Così come in tanti, tra i dem, non hanno particolarmente gradito alleanze interne – come quelle con Articolo 1 che ha “imposto” l’uscente Nino Stumpo, e con il Psi – e alleanze esterne come quella con Impegno Civico di Di Maio, che lancia la sottosegretaria uscente Dalila Nesci – che hanno ulteriormente compresso gli spazi senza la garanzia di rappresentare un valore aggiunto al partito e alla coalizione di centrosinistra, “campo largo” nelle alte gerarchie più che nelle truppe.

Movimento 5 Stelle

Capitolo a parte per il Movimento 5 Stelle, che si presenta a queste Politiche in un clima completamente ribaltato rispetto al 2018, quando i pentastellati sfondarono, alla Camera in Calabria, il 43%. Percentuale oggi proibitiva, oggettivamente, per un M5S che tra addii e defezioni della prima e dell’ultima ora si è dissanguato anche in Calabria, stremato e stressato dalle tensioni per le candidature calate dall’alto dal leader Giuseppe Conte: anche se la qualità di figure come l’ex procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho e del magistrato palermitano Roberto Scarpinato, capilista rispettivamente alla Camera e al Senato, è ovviamente indiscutibile, tra i portavoce uscenti e gli attivisti c’è però grandissimo tormento, e anche una sotterranea levata di scudi contro altre scelte apparse punitive rispetto al territorio, come la candidatura di Vittoria Baldino, calabrese di origine ma politicamente di adozione romana (e contiana). Il M5S alle Regionali del 2021 ha preso il 6,48%: forse questo dato più che quello del 2018 dovrà essere il metro su cui misurare le possibilità di futuro dei grillini in Calabria.

Terzo polo

Partita invece completamente diversa è quella che alle Politiche attende il terzo polo Azione di Calenda-Italia Viva di Renzi, terzo polo inedito in Calabria (la stessa Iv infatti non era presente né 5 anni fa né alle Regionali) e per questo vera e propria incognita: una sfida per i renziani del senatore e leader regionale di Italia Viva Ernesto Magorno, ricandidato ma stavolta alla Camera e dietro Maria Elena Boschi, e per i calendiani autentici esordienti a livello elettorale alle nostre latitudini, una sfida per un’aggregazione che rischia di erodere soprattutto il già ristretto campo del Pd e del centrosinistra ma rischia anche di registrare un flop rovinoso. (ant. cant.)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x