RENDE Gli occhi persi tra la folla, sperando di incrociare – anche solo per un secondo – lo sguardo di un figlio che non c’è più. Dario Augieri vive insieme a sua moglie, da quattro anni, senza il figlio Francesco: ucciso il 22 agosto del 2018 a Diamante. Lo studente cosentino, di 23 anni, morto dopo una rissa. Qualche parola di troppo, poi qualcuno tira fuori un coltello ed una serie di fendenti colpiscono Augieri. Inutili i tentativi di soccorso.
A distanza di quattro anni, nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Francesco, l’amministrazione comunale di Rende ha deciso di intitolargli il tratto di strada che costeggia il Parco Acquatico. Numerosi i rendesi accorsi, tra la folla amici e conoscenti ma anche tante famiglie visibilmente commosse e segnate dal dolore per la morte innocente di un giovane che aveva ancora troppi sogni da realizzare. Una vita quella di Francesco spezzata in una notte d’estate, una sera di festa trasformatasi in tragedia. «Un bel messaggio quello lanciato dall’amministrazione di Rende – racconta ai nostri microfoni Dario Augieri – lo abbiamo accolto con gioia, a noi interessa portare avanti una sola battaglia: quella della non violenza». «Le istituzioni devono portarla avanti insieme a noi – aggiunge – è questo quello che ci aiuta ad andare avanti». La voce di Dario Augieri viene spesso interrotta dall’emozione. «Il nostro desiderio è commemorare Francesco, lanciando un messaggio di pace, dialogo e tolleranza. Dobbiamo molto alla fede, ringraziamo Dio per averci aiutato moltissimo in questa impresa. Ci siamo creati un programma di vita: Francesco non ci viene restituito e noi abbiamo allontanato qualsiasi sentimento di vendetta e odio».
La mortale e brutale aggressione subita da Francesco Augieri, ricorda la violenza inaudita con è stato pestato e ridotto in fin di vita Davide Ferrerio, giovane emiliano aggredito giovedì 11 agosto a Crotone e che ieri ha fatto ritorno a Bologna. Il 20enne vittima di un pestaggio, è in coma farmacologico, ed è tornato in Emilia a bordo di un aereo di Stato decollato dall’aeroporto di Lamezia Terme. Dario Augieri ha voluto mandare un messaggio alla famiglia di Davide Ferrerio. «Sono vicino alla sua famiglia, nessuno può capire il dolore che si prova. Ma alla madre e al padre di Davide dico di essere forti e di non lasciarsi prendere dalla disperazione e dal senso di vendetta. Noi crediamo nella bontà degli uomini e delle donne».
«Anche io ho pensato subito alle similitudini tra le storie di violenza subita da Francesco e Davide», dice il sindaco di Rende, Marcello Manna. «Abbiamo dato il via ad una serie di intitolazioni, ma questa è sicuramente quella che mi emoziona di più. Francesco era giovane ed è morto per aiutare un amico. Nessuno dovrebbe morire per questo». La scelta del luogo non è casuale. «Il Parco Acquatico di Rende è frequentato da giovani, ragazzi sorridenti e con tanti sogni nel cassetto, proprio come quelli che avrebbe dovuto realizzare Francesco Augieri». (redazione@corrierecal.it)
x
x