CATANZARO «In questi giorni si stanno moltiplicando le iniziative di denuncia del possibile scippo della facoltà di Medicina di Catanzaro da parte dell’Università della Calabria. L’istituzione del corso di laurea di Medicina e Tecnologie digitali nell’UniCal appare infatti come il classico cavallo di Troia per iniziare, in sordina, quelle attività accademiche che siano propedeutiche all’istituzione del corso di laurea in medicina tout court. Le prime avvisaglie di questo malcelato tentativo sono arrivate dai bandi di reclutamento di ricercatori destinati ad attività cliniche». A scriverlo in una nota Franco Grillo, segretario generale Fp Cgil Area Vasta, Ivan Potente e Anna Rotundo, Fp Cgil Medici e Dirigenti Sanitari Area Vasta Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia.
«La Calabria – continuano – pur essendo la regione più povera d’Italia, si è permessa il lusso di tanti duplicati: sedi istituzionali (Giunta regionale a Catanzaro, Consiglio regionale a Reggio Calabria, caso unico in Italia che queste due sedi non coincidano nel capoluogo di regione) con enormi costi per il coordinamento delle attività di sedi così distanti tra loro; aeroporti: Lamezia Terme, Reggio Calabria, Crotone, per non parlare della ventilata istituzione dell’aeroporto della Sibaritide: anche in tal caso costi moltiplicati per mantenere scali sottoutilizzati; corsi universitari che presentano già numerosi doppioni in sedi distanti tra loro poche decine di chilometri: basti citare il caso della facoltà di Giurisprudenza, presente in tutte le università calabresi, che sforna laureati a tutto spiano, spesso con scarse prospettive occupazionali nonché il già avvenuto e anch’esso inutile evento di duplicazione delle lauree triennali legate alle professioni sanitarie. Anche in questo caso si è avuta la prevalenza di una logica “cosenzacentrica” che di fatto era già superata dal percorso esistente delle sedi decentrate».
«Questo è il momento dell’ennesimo duplicato: la facoltà di Medicina che, tra tutte le lauree universitarie – avanzano i sindacalisti della Cgil – è quella caratterizzata dai maggiori costi, a causa della necessità di avere un ospedale di riferimento, si prepara a materializzarsi in quel di Cosenza per assecondare, in luogo di logiche di qualità dell’offerta formativa, meri appetiti campanilistici. Vero è anche che Catanzaro paga pesantemente l’assoluta nullità politica della città, in termini di peso regionale e nazionale, realizzatasi nella precedente sindacatura, nonché l’evidente difficoltà in cui naviga la facoltà di Medicina e Chirurgia che patisce in modo incontestabile, l’affanno in cui versa da tempo, da noi denunciato più volte, il vertice gestionale. Siamo lontanissimi dai fasti e dai successi che hanno visto come protagonisti il compianto Rettore prof. Venuta e, in tempi più recenti, il prof. Quattrone. L’Università continua ad essere troppo spesso quasi esclusivamente un trampolino di lancio per docenti che, non essendo di questo territorio, si spostano non appena viene loro offerta la possibilità di farlo. In questo modo l’istituzione sfugge ad uno dei suoi compiti fondamentali: favorire la nascita e la crescita di un corpo insegnante autoctono che, essendo legato all’ambiente calabrese e catanzarese, avrebbe le motivazioni giuste per spingere alla crescita tutto il sistema. Non sfugga a nessuno che, tal guisa, è uno degli elementi di forza del sistema universitario che gravita intorno a UniCal. Viceversa abbiamo di fronte una facoltà di Medicina di Catanzaro che ha presentato e presenta, per come sempre puntualmente denunciato da questo sindacato, anche notevoli criticità in termini di qualità dell’offerta formativa (basti pensare alla chiusura di alcune scuole di specializzazione per mancata rispondenza ai requisiti). Tanto nella totale assenza di quei momenti programmatori e di visione sinottica che dovrebbero esser patrimonio consolidato di chi ha avuto il mandato di gestire e tutelare la stessa Università. Di rimando, di fronte a tanto “strazio”, il sistema invece di correre ai ripari potenziando quanto già esistente, magari anche attraverso un pesante ricambio di chi, nel corso di questi ultimi anni, ha dimostrato di non essere all’altezza del compito.
«Lanciamo un appello non già soltanto per difendere le prerogative di Catanzaro ma, soprattutto, l’interesse dei calabresi ad avere un sistema formativo in campo medico che sia adeguato ed efficiente e che utilizzi i soldi (pubblici) in maniera ponderata. La formazione medica è quanto di più complesso si possa immaginare: i medici del futuro dovranno essere numerosi ma anche adeguati in termini di competenze. Parcellizzare l’offerta formativa in campo medico non solo aumenta i costi ma soprattutto non garantisce un percorso formativo che sia all’altezza di una professione così delicata. Le fin qui latitanti istituzioni competenti, catanzaresi e non, facciano ciò che il loro mandato politico prevede: difendano i territori e programmino in maniera integrata i percorsi che possono dare un futuro ad una regione così disastrata. Naturalmente – concludono i sindacalisti – la Fp Cgil Area Vasta, farà la sua parte affinché si eviti questo tentativo di istituire surrettiziamente una seconda ed inutile facoltà medica in un territorio già protagonista di troppe guerre tra poveri».
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