GIOIA TAURO «Dobbiamo superare certi stereotipi. Pensare che le merci arrivino in Sicilia o Gioia Tauro e poi continuino a viaggiare per tutta l’Italia in treno, per poi proseguire verso la Germania e i paesi del centro Europa, a fronte dell’ipotesi di arrivare direttamente a Genova e a Trieste, è un non-senso a causa dei costi». Così secondo quanto riportano agenzie di stampa si è espresso il ministro delle Infrastrutture Giovannini Enrico Giovannini intervenendo al Meeting di Rimini.
Una dichiarazione che ha suscitato le critiche della Uil Trasporti Calabria. «Abbiamo registrato – esordisce il segretario generale della UilTrasporti Sergio Rizzo – l’infelice intervento del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. Infatti, con estrema certezza, potremmo dire che la storia a Gioia Tauro si ripete, cambiano i soggetti ma si ripete. Erano gli anni 90 e, il porto di Gioia Tauro era destinato a diventare il più grande porto di scambio marittimo-ferroviario, in alternativa all’asse Amsterdam-Barcellona, alla fusione Tirrenia-Fs e alle promesse politiche degli anni precedenti. Grandi progetti che facevano invidia e davano fastidio a molti. Difatti, il fuoco amico non tardò ad arrivare. L’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica Burlando, veniva intercettato mentre si rivolgeva all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, con queste parole: “Se fai partire un solo treno da Gioia Tauro ti caccio!”. Oggi, la storia si ripete con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica Italiana Giovannini che con molta probabilità non conosce la geografia o ha fatto quelle dichiarazioni per motivi a noi incomprensibili. In ogni caso – aggiunge Rizzo – rivolgiamo un invito al ministro Giovannini di venire in Calabria al porto di Gioia Tauro, a spiegare alle migliaia di famiglie che vivono di porto, del perché di quelle dichiarazioni, dove si esclude Gioia Tauro dal sistema di mobilità delle merci. Inoltre, sarà occasione anche di illustrare al Ministro le potenzialità dello scalo». Rizzo ricorda che «Gioia Tauro non è nuova a questi tradimenti o scippi (corridoio Berlino-Palermo, Zes e Green Ports) perpetrati da chi è delegato a rappresentare i problemi del Paese compresa la Calabria e, considerato che con molta probabilità oltre all’onorevole anche i politici Calabresi (visto il silenzio) non conoscono Gioia Tauro, mi permetto di descrivere qui di seguito le reali potenzialità sintetizzate solo in alcuni punti dello scalo calabrese, nonostante il continuo attacco proveniente dal fuoco amico: Gioia Tauro è unico nel suo genere in Italia e nel Mediterraneo sia per la posizione geografica che la proietta al centro del mediterraneo sia per le dimensioni del porto. Il porto vanta una profondità di circa 18 mt con una lunghezza di circa 4 km X 300 mt di larghezza, accompagnati da 180 ettari di piazzale. Gioia Tauro anche come rete ferroviaria rappresenta la via più veloce per raggiungere i mercati del Nord. La gestione di traffico intermodale sia nave/ferro che ferro/gomma, ha permesso di creare un business attraverso la realizzazione di un gateway ferroviario con binari da 750 metri di lunghezza che potranno lanciare treni merci di ultima generazione. Gioia Tauro oggi – conclude il segretario della UilTrasporti Calabria – movimenta circa 3,7 milioni di Teus con una proiezione (rallentata dalla pandemia) di circa 6 milioni di Teuso nel breve periodo. Quindi, caro Ministro, se non sia ha una sana visione sistemica ed integrata per lo sviluppo della logistica della nostra nazione e accettare la competitività come valore aggiunto, si rischia di promuovere territori con grosse limitazioni naturali e geografiche a discapito di eccellenze come il porto di Gioia Tauro sottovalutato e sottoutilizzato a danno dell’intero Paese chiamato Italia. Infine, mi auguro, considerato il turno elettorale, che si faccia chiarezza su quanto dichiarato dal Ministro Giovannini al Meeting di Rimini».
Anche il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato interviene sulla questione. E chiede una presa di posizione netta agli aspiranti parlamentari. «Voglio augurarmi che i candidati calabresi e quelli in trasferta in Calabria rispondano a tono alle parole pronunciate dal meeting di Rimini dal Ministro Giovannini rispetto la logistica e la portualità del Paese. Fortuna vuole che il porto di Gioia Tauro è strategico di suo per la sua collocazione naturale e riesce a sopravvivere anche alle farneticanti dichiarazioni di un Ministro disconnesso con il Paese ed il Sud. Su, un po’ di coraggio…»
«Il porto di Gioia Tauro è un’eccellenza della Calabria, per la sua organizzazione e gestione, per l’imponente movimento delle merci e per lo sviluppo straordinario che ha avuto negli ultimi anni». Lo afferma, in una nota, il deputato di Impegno Civico Giuseppe D’Ippolito, a proposito delle polemiche relative all’intervento del ministro Enrico Giovannini al Meeting di Rimini. «Il porto di Gioia Tauro – prosegue il deputato di Impegno Civico – non corre alcun pericolo, soprattutto perché sta dimostrando di essere infrastruttura strategica per la Calabria, il Mezzogiorno e l’intero Paese. Il ministro Giovannini, che è un tecnico, ha espresso delle posizioni personali. Non bisogna dimenticare che la politica, me compreso, ha prodotto fatti concreti, decidendo di investire ingenti risorse e di realizzare interventi fondamentali per la crescita della struttura portuale di Gioia Tauro, anche con l’alta velocità ferroviaria per il trasporto delle merci lungo la linea adriatica». «Come rappresentanti parlamentari della Calabria – conclude D’Ippolito – dobbiamo continuare il lavoro intrapreso, nella piena consapevolezza che i campanilismi elettoralistici non servono a nessuno e che il porto di Gioia Tauro è centrale per l’economia calabrese, l’occupazione, l’indotto e la lotta alla criminalità organizzata, che prospera nei territori poveri e privi di lavoro e, al contrario, perde ossigeno e forza laddove, come nell’area portuale in questione, esiste indubbia capacità che genera progresso collettivo».
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