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La “vecchia guardia” che non si arrende: alle Politiche (anche) tanti veterani di mille battaglie

Viaggio tra le candidature calabresi più “longeve”: dai recordmen Galati (che corre al Nord) e Bevilacqua arrivando alla Bianchi e altri al terzo giro

Pubblicato il: 25/08/2022 – 7:06
La “vecchia guardia” che non si arrende: alle Politiche (anche) tanti veterani di mille battaglie

Esordienti e veterani, promesse e intramontabili. Le eterne contraddizioni della Calabria non risparmiano la politica e nemmeno l’elenco delle candidature alle elezioni per il Parlamento in programma il 25 settembre smentisce il dato di una Calabria sospesa tra un rinnovamento che timidamente si affaccia nei progetti dei partiti e la conservazione dello status quo. E così, in un contesto sempre molto confuso, tra l’altro ancora una volta fortemente condizionato (e penalizzato) dalla “calata” da Roma di big, quasi big, oscuri dirigenti di apparato e fedelissimi dei leader nazionali, ci si può accorgere che in Calabria si continua a ricorrere, con una certa insistenza e consistenza anche numerica, agli “evergreen”, alla “vecchia guardia” (la parola vecchia non va intesa in un’accezione negativa, giusto per inciso).

Pino Galati

Da Galati a Bevilacqua

E così si possono rintracciare, nelle pieghe soprattutto dei listini, nomi che addirittura risalgono agli albori della Seconda Repubblica e che a distanza di ormai circa 30 anni ci riprovano. Un caso un po’ particolare è quello del parlamentare calabrese di più lungo corso che corre in queste elezioni politiche, il lametino Pino Galati, perché Galati rappresenta un fenomeno contrario a quello descritto sopra: l’oggi dirigente di spicco dei lupiani di Noi con L’Italia infatti è stato candidato in quota centrodestra non in un collegio della Calabria come poteva sembrare naturale, ma in un collegio del Nord, quello di Carpi-Modena. Un collegio – dicono i bene informati – “buono” ma non sicuro, ma l’importante è comunque esserci, e Galati c’è, anche stavolta, una volta sistemati un po’ di problemi extrapolitici: con questa, Galati, che ha già alle spalle 5 legislature (dal 1996 al 2018, tre come Ccd e due come Pdl), tocca quota sei candidature al Parlamento. A tallonarlo, un altro esponente del centrodestra che non ne vuole sapere di farsi da parte: Francesco Bevilacqua, vibonese, uno dei volti che hanno fatto la storia della destra nella regione, se è vero che la sua prima candidatura, con tanto di elezione, nelle fila di An è datata 1994, le Politiche che lanciarono il centrodestra guidato da quel Berlusconi che riuscì nell’impresa di “sdoganare” i post fascisti. Dopo quella Bevilacqua ha attraversato altre tre legislature (sempre con An fino al 2008 quando rientro in Parlamento comune Pdl), e oggi è alla quinta candidatura, capolista al Senato di Noi Moderati, l’aggregazione che riunisce i cespugli del centrodestra (Italia al Centro, Udc, Noi con l’Italia) e che è un po’ una incognita a queste elezioni. E come lui quinta candidatura al parlamento anche per la “sorpresa” Dorina Bianchi, capolista di +Europa della Bonino alla Camera in Calabria: una assoluta sorpresa, la Bianchi, uscita dai radar della politica da quasi dieci anni, al tempo della sua ultima esperienza con l’Ncd della meteora Angelino Alfano al fondo di un percorso che ha portato la Bianchi esordire nel 2001 con il Ccd nel centrodestra, poi transitare nell’Ulivo nel 2006, correre con il Pd nel 2008 e infine ritornare nel Pdl e nel centrodestra nel 2013. In tanti, in queste ore, si interrogano sull’ultima, oggettivamente impensabile, evoluzione politica della Bianchi. Intanto, la Bianchi è tornata, e come lei anche Nino Foti, “dirimpettaio” di Bevilacqua con Noi Moderati, con i quali il colitico reggino corre da capolista del proporzionale della Camera: Foti, che molti ricordano per la garbata ma fiera opposizione “interna” al centrodestra guidato da Peppe Scopelliti quando Scopelliti era il leader assoluto della coalizione in Calabria, è alla terza candidatura, dopo quella – che lo portò alla Camera – nel 2008 con il Pdl e quella – meno fortunata, e caratterizzata anche da un ricorso guarda caso contro l’elezione della Bianchi – del 2013.

Il ritorno di Dorina Bianchi con +Europa. I candidati nei collegi plurinominali - NOMI
Dorina Bianchi

In tanti alla terza candidatura

In tanti altri, a queste elezioni politiche, corrono per la terza volta. Un nome significativo è quello di Italo Reale, avvocato lametino e volto storico del centrosinistra calabrese, se è vero che Reale è stato parlamentare nel 1994 con i Progressisti e poi si è ricandidato nel 1996 con l’Ulivo (in quota Verdi): oggi Reale è al terzo posto della lista del Pd al Senato. Così come nel Pd alla terza candidatura è la parlamentare uscente Enza Bruno Bossio, e non era scontato: la Bruno Bossio è stata eletta l prima volta nel 2013, quando era stata selezionata per la candidatura con le primarie (una volta il Pd le faceva…), e poi è stata ricandidata e rieletta anche nel 2018, e ora ci riprova quasi a furor di popolo (dem, quello cosentino). La stessa finestra temporale, con una certa differenza politica, della Bruno Bossio è condivisa da altri due dirigenti politici oggi alla terza candidatura, Nico Stumpo ed Ernesto Magorno. Stumpo, storico braccio destro di Pierluigi Bersani e deputato uscente crotonese, è stato candidato (con la selezione delle primarie) ed eletto al prima volta nel 2013 con il Pd, è stato candidato e rieletto poi nel 2018 ma con Articolo 1 creato dai tanti ex dem contrari alla gestione genziana, e ora di nuovo in corsa, in quota Articolo 1, quale capolista alla Camera nella lista Pd (è la politica bellezza). Quanto al senatore uscente Magorno, nel 2013 è stato candidato ed eletto con il Pd nella “riserva indiana” lasciata ai renziani, da segretario regionale dem è stato poi ricandidato e rieletto sempre con il Pd nel 2018 ma adesso, abbandonati i dem nel 2019, è uno degli alfieri di Italia Viva di Matteo Renzi: Magorno corre da numero 2 nel listino della Camera, dietro la “madrina” renziana Maria Elena Boschi ma con qualche buona chance di sfangarla anche stavolta. Un po’ diversa invece la parabola di Dalila Nesci, sottosegretaria uscente per il Sud oggi con Impegno Civico di Maio, al quale ha aderito dopo aver lasciato il Movimento 5 Stelle, con cui era stata eletta per la prima volta nel 2013 e poi nel 2018: la Nesci ora è alla terza candidatura al Parlamento, con il centrosinistra a trazione Pd, nel collegio Vibo-Piana della Camera. Se fosse rimasta con il M5S non sarebbe stata ricandidata stante il divieto del terzo mandato tra i grillini, dicono i maligni. Ma anche qui: “è la politica, bellezza…”. (c. a.)

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