ROMA Il prezzo europeo del gas sfonda il muro dei 300 euro al Megawattora (MWh). I carburanti tornano ad aumentare, tanto che si registrano prezzi più alti per il diesel che supera la benzina. Confcommercio – che somma la tagliola dell’inflazione, le tensioni della guerra in Ucraina e i rincari sulle materie prime – lancia l’allarme per il rischio di chiusura di 120mila imprese. «Non si arresta la corsa sfrenata dei prezzi delle materie prime energetiche e dell’inflazione, con il forte aumento di quest’ultima dovuto per l’80% proprio all’impennata del prezzo dell’energia» e questo si traduce in un dato: «Tra le imprese del terziario di mercato sono ben 120mila, all’incirca, quelle a rischio chiusura da qui ai primi sei mesi del 2023 pari a 370mila posti di lavoro in bilico». I più esposti – spiega l’analisi di Confcommercio – sono il commercio al dettaglio (in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas), la ristorazione e gli alberghi che hanno avuto aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35%) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. La spesa in energia per il terziario – mette in evidenza Confcommercio – nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). Secondo il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli si tratta della «vera emergenza».
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