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Politiche 2022 | I profili

Roberto Scarpinato, l’uomo del pool antimafia nell’agone politico

L’ex magistrato corre tra le fila del M5s per un posto come senatore. Ha condotto tra le più delicate indagini contro Cosa Nostra

Pubblicato il: 27/08/2022 – 7:02
di Roberto De Santo
Roberto Scarpinato, l’uomo del pool antimafia nell’agone politico

CATANZARO Un “monumento” nella lotta alle potenti cosche di Cosa Nostra. Una battaglia condotta nei vari distretti giudiziari siciliani. In primis a Palermo dove ha iniziato la sua carriera inquirente entrando a far parte del pool antimafia accanto a magistrati del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un trascorso che fa di Roberto Scarpinato un candidato di alto profilo nello scacchiere del “nuovo corso” del Movimento 5 Stelle voluto da Giuseppe Conte. Da qui la “blindatura” dell’ex magistrato che capeggerà la lista proporzionale dei pentastellati per il Senato in Calabria e Sicilia. Nel suo curriculum come magistrato, Scarpinato annovera indagini delicatissime.
Basti considerare che si occupa della requisitoria del processo sull’assassinio di Piersanti Mattarella, presidente all’epoca della Regione Sicilia nonché fratello del Capo di Stato, Sergio. Un omicidio compiuto da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980 i cui contorni dimostrano quanto stretti fossero i legami tra mafia e politica. Un tema che contraddistingue l’azione giudiziaria dell’allora sostituto procuratore di Palermo. È lui che si occupa della requisitoria degli altri omicidi eccellenti avvenuti nel capoluogo siciliano: del segretario regionale Pio La Torre, del segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina e del prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Scarpinato è in prima linea anche nella difesa dell’opera dei suoi “maestri” Falcone e Borsellino, quando si rende protagonista della battaglia condotta da otto sostituti che si opposero alla nomina di Pietro Giammarco a capo della Procura di Palermo.
Una dura contestazione che si innalzò feroce dopo le stragi di mafia – quella di Capaci e via D’Amelio – costate la vita ai due magistrati simbolo del pool voluto da Antonino Caponetto durante la sua guida della Procura palermitana.
Ed è sempre Scarpinato a tessere la tela delle indagini delle stragi che insanguinano l’Italia tra il 1992 ed il 1993 e che vedono intrecciarsi interessi della criminalità organizzata con quelli di pezzi deviati dello Stato e della Massoneria. Un’attività che si intensifica quando Scarpinato diviene procuratore aggiunto di Palermo e in quella veste istruisce indagini sulla cosiddetta Trattativa Stato-Mafia durante la stagione stragista di Cosa Nostra. Poi l’incarico alla direzione del dipartimento “mafia-economia” che permette allo Stato di sequestrare enormi patrimoni alle cosche quantizzati nel biennio a cavallo tra il 2008 e il 2010 in circa tre miliardi e cinquecento milioni di euro.
Il candidato 5Stelle al Senato annovera inoltre l’incarico di Procuratore generale della Corte d’Appello di Caltanissetta ed infine procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo dove conclude la sua lunga carriera in magistratura.
Una stagione importante che si lascia alle spalle Scarpinato per intraprenderne un’altra e tagliare un nuovo traguardo, quello di ottenere uno scranno a Palazzo Madama. Sempre con lo stesso obiettivo: la lotta alla criminalità organizzata. Un motivo che, come spiega lo stesso ex magistrato, sta alla base della sua decisione di scendere nell’agone politico. «Siamo in una fase regressiva dello stato democratico – ha detto in una recente intervista a Repubblica – che alcuni politologi definiscono come il ritorno della “clanizzazione” della politica». (r.desanto@corrierecal.it)

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