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Politiche 2022 | I profili

Alfredo Antoniozzi, un “figlio d’arte” alla prima

Il padre Dario è stato più volte ministro. Un’eredità che il candidato di Fratelli d’Italia punterà a valorizzare se eletto alla Camera

Pubblicato il: 29/08/2022 – 6:57

CATANZARO Non si può dire che la politica non ce l’avesse nel sangue. Figlio di Dario, il gentiluomo più volte ministro, Alfredo Antoniozzi ritorna nella sua Calabria per conquistare il seggio alla Camera, con Fratelli d’Italia, nel collegio plurinoninale.
Sessantasei anni, nato a Cosenza, città alla quale è sempre rimasto legato (è molto tifoso della squadra di calcio), laureato in giurisprudenza, Antoniozzi è stato tra i fondatori del centrodestra romano.
Suo padre Dario, sottosegretario alla Presidenza del consiglio, ministro del Turismo prima e dello spettacolo poi, europarlamentare dalla prima legislatura, nel 1979, per la Democrazia Cristiana, era figlio di Florindo, direttore generale della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania.
Del padre, cui somiglia molto, Alfredo ha ereditato l’approccio gentile alla politica. Dario Antoniozzi si dimise da ministro per concorrere alle elezioni europee e fu il primo in assoluto a dimettersi da Montecitorio, nonostante non ci fosse incompatibilità.
Consigliere regionale del Lazio prima e assessore poi, europarlamentare per due legislature, dal 2004 al 2014, assessore comunale con Alemanno dal 2008 al 2012.
E sì che candidato a sindaco della Caput Mundi doveva esserlo già nel 2006, quando poi si ritirò per favorire la convergenza sempre su Alemanno, sconfitto allora da Walter Veltroni.
Di sé stesso dice di sentirsi ispirato dalla dottrina sociale della Chiesa.
L’adesione a Fratelli d’Italia è avvenuta alcuni anni fa, con il tentativo fallito di rientrare a Strasburgo alle elezioni del 2019.
La sua famiglia è impiantata nelle radici storiche di Cosenza. Suo zio era Mario Stancati, sindaco democristiano negli anni Sessanta.
Il rapporto con Giorgia Meloni è forte, al punto che la leader di Fdi lo ha voluto candidare nella sua terra di origine.
Alfredo Antoniozzi punta ad acquisire il consenso di quel ceto politico democristiano che a Cosenza ha sempre contato e che vive un’eterna diaspora.
Perugini, Nucci, Quintieri sono solo alcuni esempi delle famiglie bruzie che espressero parlamentari e che forse oggi non si sentono rappresentate da nessuno.
I rumors indicano per lui un possibile ruolo di governo nel probabile esecutivo Meloni. Per questo, Antoniozzi è tornato nella sua regione con l’obiettivo di dare un valore aggiunto a Fdi e di proiettarlo verso la maggioranza relativa.
Vuole entrare nell’altra metà del campo, tra quei moderati di centrosinistra forse delusi dalla piega del loro schieramento.
Una sfida ambiziosa che potrebbe consentire al partito della Meloni di ambire a un sorprendente tris a Montecitorio se il resto ottenuto sarà alto. Con il premio del governo, forse, per il buon Alfredo. (redazione@corrierecal.it)

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