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il lancio della navicella

Prima donna sulla luna, c’è un “pezzo” di Unical a bordo della missione “Artemis I”

Il progamma utilizza “Spacefom”, lo standard definito dal team del professor Garro che consente a moduli di una missione di comunicare

Pubblicato il: 29/08/2022 – 12:24
Prima donna sulla luna, c’è un “pezzo” di Unical a bordo della missione “Artemis I”

COSENZA Ci sarà anche un pezzo di Università della Calabria nella missione “Artemis”, programma spaziale della Nasa che ha l’obiettivo di portare entro il 2024 la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna con un investimento di 86 miliardi di dollari.
È previsto per il prossimo 2 o 5 settembre (dopo il rinvio per problemi tecnici della fase di partenza programmata per il 29 settembre) il lancio della navicella Orion, da Cape Canaveral, per la missione “Artemis I”. Si tratta di un viaggio nello spazio senza equipaggio umano, della durata di 42 giorni, con a bordo dei manichini. La navicella percorrerà ben due orbite lunari per poi, come avvenne con le missioni del programma Apollo, tornare sulla Terra mediante il classico ammaraggio nell’oceano.
Seguirà quindi “Artemis II”, che prevede la presenza di astronauti sulla luna proprio come avvenne con l’Apollo 8 e, in ultimo, “Artemis III” con l’obiettivo di portare la prima donna e il prossimo uomo come fecero nel lontano 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin.

La missione utilizzerà “Spacefom”

Ebbene, a contribuire alla realizzazione di questo ambizioso progetto è stata anche l’Unical grazie al lavoro svolto da un professore associato di Ingegneria informatica del Dimes, da un ricercatore dello stesso ateneo di Arcavacata e dal restante team internazionale di studio. Si tratta di Alfredo Garro, che è anche vicepresidente del Comitato internazionale di standardizzazione, e Alberto Falcone. Il programma, infatti, utilizza “Spacefom” (Space reference federation object model), uno standard di comunicazione che consente ai moduli diversi di una missione spaziale di comunicare tra loro. In buona sostanza, consente a razzi, lander, rover, sonde, satelliti, moduli abitabili, etc…, che sono stati realizzati dai diversi partner distribuiti su tutto il globo, di interoperare efficacemente tra loro. «Il progetto – spiega il professor Garro – ha richiesto 5 anni di duro lavoro, è utilizzato come standard di riferimento per simulare tutti gli elementi di missione, scelto dalla Nasa che ha guidato il suo sviluppo e richiesto agli altri partner del programma. Inoltre, come gruppo Unical – aggiunge il docente universitario –, abbiamo sviluppato e pubblicato una soluzione che permette ai sistemi basati sugli standard dell’Esa (Agenzia spaziale europea, ndr) di interagire con le simulazioni Nasa “Hla” basate sullo Spacefom. Tale contributo è di grande utilità per i partner Europei impegnati in Artemis», specifica Garro.

Garro: «Today is the day. We are going!»

Il docente Unical si è detto «assai soddisfatto ed entusiasta, considerato che allo standard si è lavorato per 5 anni, subito dopo gli studi effettuati a Houston e nello specifico presso la Divisione “Software, Robotics and Simulation” del Nasa Johnson Space Center, a seguito di apposito “Visiting Research Agreement tra l’Unical e l’agenzia spaziale americana».
«Today is the day. We are going!» (Oggi è il giorno. Noi stiamo andando!), così ha salutato su Facebook questa mattina il lancio della navicella “Orion” Alfredo Garro, allegando al post una foto assieme al figlio e, un’altra, con il biglietto simbolico staccato dalla Nasa per “Artemis I”.

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