BRUXELLES Un piano per mettere un freno all’impennata del costo dell’energia in Europa. Ad annunciarlo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al Forum Bled in Slovenia. L’Unione europea sta pianificando misure urgenti, fa sapere: «I prezzi dell’elettricità alle stelle stanno ora mettendo in evidenza, per diversi motivi, i limiti del nostro attuale disegno del mercato elettrico» che «è stato sviluppato in circostanze completamente diverse e per scopi completamente diversi». «Ecco perché ora stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica», ha aggiunto.
Intanto un messaggino ai colleghi europei da parte del ministro dell’Ambiente tedesco, Robert Habeck, accende le speranze del governo italiano e, più in generale, di tutti coloro che in Europa fanno il tifo per un tetto al prezzo del gas. Nel messaggio c’è la disponibilità di Berlino di discutere, il prossimo 9 settembre, alla riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia, anche del price cap, così come della possibilità di slegare il prezzo dell’elettricità da rinnovabili da quello -record- del gas.
Di fronte alla crisi del gas, causata dalla guerra in Ucraina, la Germania ha riattivato un’altra grande centrale a carbone, l’impianto di Heyden a Petershagen, nel land occidentale del Nord Reno Westfalia.
La Germania aveva stabilito di abbandonare progressivamente il carbone entro il 2038 nell’ambito della lotta ai cambiamenti climatici, ma la crisi del gas russo ha cambiato i piani. Una nuova direttiva del 14 luglio, permette ora di riattivare le centrali già chiuse. Ai primi di agosto è stato riaperto l’impianto Mehrum a Hohenhameln, in Bassa Sassonia. Da oggi è ripartita la centrale Heyden: inaugurata nel 1987, ha una capacità produttiva di 875 megawatt, ed è una delle più potenti centrali della Germania. Altre centrali a carbone verranno progressivamente riattivate.
La notizia del messaggio del ministro tedesco è rimbalzata a Palazzo Chigi, dove ieri si è tenuta una riunione tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e i ministri Daniele Franco e Roberto Cingolani, i più interessati al dossier. Ma da Palazzo Chigi invitano alla prudenza: «Non c’è ancora nulla, è prematuro parlare di un risultato», precisano dallo staff del premier Mario Draghi all’Adnkronos.
«Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo», ha ribadito Von der Leyen, ricordando quanto fatto finora. «Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%».
Quello che resta da fare è però molto più significativo: «Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità». In queste parole ci sono le due novità sostanziali.
L’emergenza vuol dire fare ricorso al piano per la riduzione dei consumi: «Abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15% e di conservarlo nello stoccaggio: in questo modo si possono risparmiare fino a 45 miliardi di metri cubi di gas naturale», ha ricordato Von der Leyen. E vuol dire anche arrivare a discutere seriamente del tetto al prezzo del gas.
Parlare di una riforma strutturale del mercato elettrico vuol dire invece, e anche in questo caso la proposta porta la firma italiana di Mario Draghi, separare i prezzi del gas da quelli dell’elettricità. Se il prezzo dell’energia elettrica si formasse con meccanismi autonomi, sarebbe anche più semplice gestire il mercato quando la transizione verso le rinnovabili sarà effettivamente compiuta.
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