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il servizio di security

L’Oktoberfest a Rende e l’ingerenza di Porcaro. «È una cosa mia personale»

L’ammissione di un indagato: «Se ci vogliamo prendere questo lavoro o interviene lui oppure non lo prenderemo mai!»

Pubblicato il: 02/09/2022 – 12:15
L’Oktoberfest a Rende e l’ingerenza di Porcaro. «È una cosa mia personale»

COSENZA E’ uno dei tanti business sui quali la mala cosentina ha sempre tentato (spesso riuscendoci) di allungare i tentacoli. Il servizio di security nei locali dell’hinterland bruzio garantisce denari e controllo. Nell’inchiesta della Dda di Catanzaro volta a smantellare il “sistema” messo in piedi dai clan cosentini, gli investigatori intercettano alcuni indagati e scoprono – secondo quanto emerso nel corso delle indagini – la

L’Oktoberfest e l’ingerenza di Porcaro

L’attività imprenditoriale di riferimento per chi indaga è la «Security XXL Protection gestita in Calabria da Giuseppe Caputo». Che si aggiudicherà il servizio di sicurezza per l’evento “Oktoberfest di Rende” del 2018, «proprio perché Roberto Porcaro aveva imposto l’affidamento e Caputo, in cambio, gli aveva versato una parte dei ricavi». Caputo viene intercettato mentre parla con un altro indagato, Francesco Greco. «Se ci vogliamo prendere questo lavoro qua o interviene lui oppure questo lavoro non lo prenderemo mai!! L’Oktoberfest! La conversazione proseguiva tra i due appare importante per le indagini perché si palesa la necessità «di un pronto intervento del Porcaro per ottenere il lavoro, in quanto anche un piccolo ritardo avrebbe determinato la perdita di guadagni sia per loro che per il Porcaro». Quest’ultimo non ha nessuna intenzione di perdere l’affare e in una circostanza mette in chiaro le cose con un interlocutore interessato al servizio di sicurezza. «La sicurezza non la fai…la sicurezza c’è Caputo, ed è una cosa mia personale!!». Secondo chi indaga, «la prova dell’estorsione e della concorrenza sleale è data anche dall’affermazione di Porcaro, quasi di natura confessoria: «L’OktoberFest, gli ho detto a loro, di dare preferenza…con te, punto’! A noi, che se uno si piglia le briciole, ci convie.. .ci conviene!!!». L’attività di security parte e all’Oktoberfest «vengono impiegate meno persone di quelle che risultavano». Tale lavoro faceva guadagnare una ingente cifra «superiore a 30.000», e una parte era destinata a Porcaro per come da lui stesso stabilito.

Il tramite

Giuseppe Caputo non contatta direttamente Roberto Porcaro, ma si avvale di un tramite: Francesco Greco. La circostanza è per l’accusa una prova «del concorso materiale e morale dei due indagati». Caputo avrebbe richiesto l’intervento di Porcaro tramite Greco, e dunque «si tratta di una vera e proprio istigazione». E successivamente alla richiesta di intervento, «Porcaro agiva e metteva in atto l’estorsione in continuo e sinergico concerto con i suoi complici». Infine, per chi indaga, i tre indagati avrebbero ottenuto un ingiusto profitto.

L’accusa

Per chi indaga, Giuseppe Caputo (finito in carcere) sarebbe «asservito al gruppo capeggiato dal Porcaro», pur non facendo organicamente parte dell’associazione mafiosa. Il rapporto avrebbe fruttato due vantaggi: Caputo avrebbe accettato le disposizioni del boss cosentino (sia con riferimento allo svolgimento dei lavori che alla ripartizione degli utili) ma anche la sua ingerenza manifestata con soprusi (il riferimento è all’usura), dall’altro lato però avrebbe tratto «numerosi vantaggi in termini di effettive aggiudicazioni di diversi lavori, ottenendo così un monopolio di fatto nella città di Cosenza». (f.b.)

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