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Ricusazione di due giudici, separata la posizione del boss di Zungri. Rinascita Scott prosegue

Lo ha stabilito il collegio giudicante al termine di un acceso dibattito. «La decisione della Corte d’Appello riguarda il solo Accorinti»

Pubblicato il: 02/09/2022 – 18:34
Ricusazione di due giudici, separata la posizione del boss di Zungri. Rinascita Scott prosegue

LAMEZIA TERME «Considerato che, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni difensori, la decisione della Corte d’Appello esplica i propri effetti esclusivamente con riguardo all’imputato Giuseppe Antonio Accorinti, considerato, in particolare, che la giurisprudenza richiamata dalla difesa riguarda ipotesi differenti da quelle sottoposte all’attenzione di questo collegio e che non può sostenersi alcun effetto estensivo automatico agli altri imputati della determinazione assunta dalla Corte d’Appello» il maxi processo Rinascita Scott proseguirà separando solamente la posizione del presunto boss di Zungri, Giuseppe Antonio Accorinti che verrà giudicato da un diverso collegio.
Questo è quello che hanno deciso i giudici Brigida Cavasino, Gilda Romano e Claudia Caputo, che presiedono al procedimento contro le cosche di Vibo Valentia e i loro sodali.
Dopo una lunga giornata di dibattito, tra accusa e difesa, se proseguire o meno con l’istruttoria dibattimentale del procedimento Rinascita Scott, il collegio ha abbracciato la tesi di portare avanti il processo nonostante le richieste avanzate dalle difese. Ma procediamo con ordine.

La ricusazione dei giudici Cavasino e Romano

Dopo la sentenza del 10 agosto scorso della Corte d’Appello di Catanzaro che accoglieva la ricusazione dei giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano (rispettivamente presidente e giudice a latere del collegio nel processo Rinascita-Scott) per quanto riguarda la posizione dell’imputato Giuseppe Antonio Accorinti, la prima udienza, dopo la pausa estiva, del processo “Rinascita-Scott”, è stata incentrata, in mattinata, sulla discussione se portare avanti o meno l’istruttoria dibattimentale.
I due giudici hanno avanzato diverse richieste di astensione. Il presidente Brigida Cavasino ha richiesto di astenersi per quanto riguarda per le sole figure di Luigi Mancuso e Orazio Lo Bianco, una richiesta che – ha precisato il giudice in aula – si estenderebbe a tutti gli imputati nel caso in cui il presidente del Tribunale di Vibo Valentia dovesse accogliere la richiesta della collega Gilda Romano che ha chiesto, invece, l’astensione nei confronti di tutti gli imputati.
Il giudice Cavasino ha inoltre dichiarato la separazione dal processo del solo Giuseppe Antonio Accorinti, presunto boss di Zungri, per il quale l’udienza è stata fissata per il prossimo 13 settembre davanti a un nuovo collegio.
La questione ha sollevato gli interventi delle difese. Gli avvocati di Giuseppe Accorinti, Francesco Sabatino e Daniela Garisto, hanno chiesto l’astensione dei due giudici non solo per l’imputato, ma per tutti gli altri. Secondo l’avvocato Alessandro Diddi, il provvedimento che riguarda Accorinti investe anche altri imputati poiché collegati, nelle accuse che li riguardano, al boss di Zungri. 
L’avvocato Luca Cinaferoni ha affermato: «Siamo in una situazione di illegalità». La tesi di parecchi difensori, come Diego Brancia, è che l’istruttoria non deve andare avanti e la decisione di stralciare la sola posizione di Accorinti (in attesa della sentenza della Cassazione e della pronuncia della Corte di Appello sulla richiesta di ricusazione avanzata da Luigi Mancuso) è decisione contra legem. L’avvocato Contestabile ha sottolineato come all’inizio del dibattimento i due giudici Cavasino e Romano avessero avanzato richiesta di astensione nei confronti di tutti gli imputati (poi respinta dal Presidente del Tribunale di Vibo, ndr) e che questa nuova richiesta di astensione «non fa i conti con lo stato dell’arte».
Senza troppi filtri l’avvocato Salvatore Staiano ha affermato che i due giudici ricusati per Accorinti «sono fuori gioco» perché la posizione del boss di Zungri investe un piano orizzontale del rapporto con i suoi accoscati e il suo territorio e un piano verticale nei rapporti con le altre cosche, vista anche la tesi accusatoria sull’unitarietà della ‘ndrangheta.

I pm: «Dobbiamo andare avanti. Ce lo impone la legge»

Decisi in senso contrario gli interventi dei sostituti procuratori Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso. Secondo l’accusa, allo stato i due giudici non possono giudicare solo la posizione di Giuseppe Antonio Accorinti. Questo ha stabilito la Corte d’Appello di Catanzaro (anche se su questa decisione pende il ricorso della Procura generale). “Tutta l’istruttoria fatta fino a questo momento – ha affermato De Bernardo – è stata fatta legittimamente”. “Voi non siete più i giudici di Accorinti. Siete i giudici di tutti gli altri imputati”. L’accusa ha affermato che le prove raccolte nei confronti degli altri imputati sono utilizzabili. “Dobbiamo andare avanti nei due processi. Dobbiamo farlo. Ce lo impone la legge”.
L’accusa chiede che si proceda con l’istruttoria. E sulla posizione del boss Luigi Mancuso si interverrà quando si pronuncerà la Corte d’Appello. Tesi che sono state abbracciate in larga parte anche dal collegio giudicante. Le difese hanno preannunciato nuovi interventi e il capitolo non è ancora chiuso.

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