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Il noleggio sdraio all’Ospedale di Cosenza diventa affare dei clan. «Io comando perché pago!»

E’ quanto emerge dall’inchiesta “Reset”. Il pizzo imposto agli imprenditori. «3.000 euro iniziali e poi 2.000 euro tre volte l’anno»

Pubblicato il: 04/09/2022 – 9:02
Il noleggio sdraio all’Ospedale di Cosenza diventa affare dei clan. «Io comando perché pago!»

COSENZA Le mani dei clan cosentini arrivano dovunque. L’inchiesta “Reset” coordinata dalla Dda di Catanzaro mostra uno spaccato inquietante. Non vi è affare, business, attività economica capace di resistere alle attenzioni criminali. Da sempre, le estorsioni rappresentano per i clan l’arma migliore per accumulare denaro in maniera illecita ed esercitare il potere per piegare imprenditori e commercianti.

La «fratellanza» tra Stola e Porcaro

Anche il gruppo che fa capo a Roberto Porcaro non rinuncia alle attività estorsive. La prova, per chi indaga, è nel rapporto con Francesco Stola (pregiudicato e già condannato per reati di varia specie). Diversi collaboratori di giustizia (Francesco Noblea, Celestino Abbruzzese e Giuseppe Zaffonte) hanno avuto modo di riferire circa «la stretta vicinanza dello Stola al Porcaro, anche in termini di vera e propria fratellanza, che si manifestava anche nella commissione di delitti». Un rapporto talmente saldo, al punto che Stola chiederà a Porcaro di essere il padrino di battesimo del figlio. La gerarchia resta sempre il principio cardine delle relazioni all’interno dei clan mafiosi e Stola per tutelare il boss e amico Porcaro, non lo nomina mai, indicandolo con termini criptici, come ad esempio «nipote». Da quanto emerso, i due avrebbero posto in essere di diverse estorsioni aggravate in relazione al servizio “noleggio sdraio” presso l’Ospedale di Cosenza.

Il noleggio sdraio all’Ospedale di Cosenza

L’ospedale Annunziata di Cosenza era diviso «in zone di competenza», per l’espletamento del servizio di noleggio sdraio. Il collaboratore di giustizia, Adolfo Foggetti, nel 2015 conferma la presenza di richieste estorsive. «Nel corso del 2011, io e Roberto Porcaro – confessa Foggetti – abbiamo chiuso una estorsione in danno del titolare di una impresa di onorande funebri cui abbiamo imposto di pagare 3.000 euro iniziali e poi 2.000 euro tre volte l’anno». A supporto delle confessioni rese, gli investigatori captano la conversazione in atto tra uno dei proprietari della ditta vittima di estorsione e sua moglie. «All’ospedale comando io perché io ogni anno pago! Pago a chi devo pagare! Ti parlo proprio chiaro, mi segui? Mi segui? Ok? Allora il discorso: comando io!». (f. b.)

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