COSENZA «La Calabria è l’unica regione d’Italia che ancora non ha eletto il Garante dei detenuti». È quanto scrive in una nota il Psi di Cosenza a firma di Chiara Penna, Antonello Costanzo, Antonio Andrea Golluscio e Raffaele Fuorivia.
«Sono mesi che anche l’osservatorio carcere pone la questione senza esito si legge nel comunicato – e in questi giorni è intervenuto addirittura il Garante della Regione Campania per evidenziare la triste anomalia. A fronte dei disordini avvenuti nel carcere di Vibo a seguito dell’ultima operazione della Dda di Catanzaro, è emerso in tutta la sua tragicità come i detenuti nelle carceri calabresi siano completamente dimenticati da chi guida la nostra regione».
«Il Garante regionale – prosegue la nota – è un figura indispensabile perché è un’Autorità di garanzia indipendente con il compito di vigilare sul rispetto dei diritti delle persone private della libertà e non c’è scusa che tenga alla sua mancata nomina, visto che il mandato del dottor Siviglia si è concluso a novembre 2021, dunque un anno fa».
«Forse – incalzano quelli del Ps – le condizioni delle carceri non sono di interesse primario, o peggio ancora è argomento impopolare. Eppure tutela della legalità nel nostro territorio vuol dire anche (e soprattutto) rispetto delle norme che regolano il processo penale, della funzione delle parti processuali, della difesa, della presunzione di innocenza e del diritto di ogni detenuto di vivere in condizioni umane che gli consentano di essere reinserito». «Senza contare – aggiunge la nota – che i nostri istituti accolgono centinaia di imputati in attesa di giudizio e che proprio l’ultima operazione ha colto le strutture impreparate, visto che si è arrivanti a stipare fino a 12 persone in una cella. Ci auguriamo, dunque, che non solo vengano immediatamente adottate tutte le misure volte a ristabilire la serenità nel carcere di Vibo Valentia, ma che soprattutto la Regione si decida a garantire ai detenuti un organo di garanzia, che si occupi delle loro problematiche quotidiane e si coordini in tal senso con il Garante Nazione e il Dap». «Ricordiamo al presidente Occhiuto – conclude la nota che il grado di civiltà di un Paese si misura osservando le condizioni delle proprie carceri».
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