Rosarno, il comizio della Lega nel locale dei parenti del boss

ROSARNO Un appuntamento di campagna elettorale proietta la Lega e i suoi maggiorenti locali sulla stampa nazionale. Capita a Rosarno, dove ieri il candidato alla Camera (e commissario regionale del Carroccio) Giacomo Saccomanno – ex sindaco della città – ha organizzato un incontro con militanti e sostenitori (aperto anche ai giornalisti) in una pizzeria finita negli atti che hanno decretato lo scioglimento del comune della Piana di Gioia Tauro. Gli attuali proprietari sono incensurati ma, sottolinea il Fatto Quotidiano citando i documenti vergati dalla Prefettura di Reggio Calabria, «sono imparentati con soggetti ritenuti dagli inquirenti espressione delle principali famiglie di ‘ndrangheta di Rosarno». Per questo motivo nel 2019 il locale, che allora era una “braceria” è stato colpito da una interdittiva antimafia. Nella quale il prefetto puntò il dito sull’«intensità dei vincoli parentali con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata» e sul «contesto socio-economico nel quale la titolare dell’impresa operava quale ditta individuale». Quell’interdittiva poi è stata sospesa dal Tar e subito dopo l’azienda è passata dai genitori ai figli. Non ci sono indagati né rilievi penali pendenti.
La commissione d’accesso inviata a Rosarno dal prefetto Massimo Mariani ha dedicato all’attività un capitolo della relazione che, nell’agosto 2021, ha portato allo scioglimento del comune di Rosarno per infiltrazioni mafiose, rimarcando le parentele con la cosca di ‘ndrangheta Pesce. «Non ammazziamo la Calabria: questi due ragazzi lavorano bene, i parenti non si scelgono e a mangiare vanno anche le forze dell’ordine», ha detto al Fatto Quotidiano Saccomanno.